Tra le benemerenze dell’esploratore britannico Richard Francis Burton (1821-1890), oltre alla sfortunata spedizione alla ricerca delle sorgenti del Nilo, si annovera la traduzione di alcuni capolavori della letteratura erotica orientale. Burton mise a disposizione della cultura europea le prime traduzioni dell’indiano Kamasutra, delle Mille e una notte e del Giardino profumato, un testo arabo. Si narra che lui stesso fosse un amante delle pratiche erotiche più singolari e fu forse questo motivo che la sua devota moglie, vittoriana e bacchettona, gettò nel fuoco, dopo la morte del marito, le lettere e i diari di Burton, una perdita inestimabile.
Come altre grandi opere che parlano di sesso, basti pensare al Decamerone, il Kamasutra non si presta a frettolose consultazioni che precedano gli atti sessuali. Il Kamasutra raccoglie i principi di una vera e propria filosofia di vita. Il Kamasutra rientra in un progetto educativo complessivo, che riguarda sia gli uomini che le donne e che include numerose arti come l’aritmetica ma anche le arti di colorarsi i denti, di avvolgere sulla testa un turbante e di preparare le limonate.
Siamo in grado di rivelare che questo raffinato progetto educativo è stato adottato anche dalla Juventus. I giocatori e le loro mogli vi si esercitano costantemente, in campo e fuori dal campo. Le Maithune del tempio indiano di Khajurâho, raffiguranti scene erotiche tratte dal Kamasutra, sono spesso utilizzate da Allegri in allenamento. Ed è per questo motivo che Benatia, avvicinandosi la fine della partita, sembra aver deciso rendere omaggio al proprio avversario, Vazquez, assumendo una di queste posizioni. Pratica erotica dunque e non azione di gioco come dimostreranno i legali della Juve nel dossier preparato per l’Uefa. Da questo punto di vista è importante osservare come la figura femminile del bassorilievo si accosti al partner senza toccare la palla.
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Redazione LaViola.it