Cosa c’entra il Var con Galileo Galilei? Scopriamolo nel nuovo post del blog di Ludwigzaller
Il 12 marzo 1610 Galileo Galileo, astronomo e detentore di una cattedra nello Studio di Padova, diede alle stampe un’opera intitolato Sidereus nuncius. In quest’opera Galileo descriveva i monti della luna e i quattro satelliti di Giove, mai prima osservati, cui aveva imposto, in omaggio al granduca di Toscana suo protettore, il nome di Medicea sidera o Pianeti medicei.
Queste scoperte scientifiche erano senz’altro il frutto della sagacia e delle conoscenze dello scienziato pisano. Ma Galileo non avrebbe potuto in tempi tanto brevi compiere ritrovamenti così straordinari se non si fosse potuto servire di un nuovo mezzo tecnico. Qualche anno prima un artigiano tedesco naturalizzato in Olanda Hans Lippershey aveva inventato uno strumento capace di amplificare singolarmente la vista di oggetti lontani. Galileo era stato messo al corrente dell’invenzione ed era forse entrato in possesso di un esemplare di cannocchiale. Dopo aver rielaborato e potenziato lo strumento, lo scienziato pisano l’aveva ufficialmente presentato, il 21 agosto 1609, al governo veneziano, che, entusiasta della scoperta, gli aveva raddoppiato lo stipendio e l’aveva assunto in pianta stabile come astronomo a Padova.
I governanti veneziani erano naturalmente attirati dalle applicazioni belliche. Venezia era infatti allora una grande potenza navale e militare. Ma Galileo aveva subito pensato ad altre possibili utilizzazioni, di minor utilità pratica ma di enorme portata teorica. Il cannocchiale poteva mutarsi in un grimaldello in grado di forzare i misteri dell’universo. Nei mesi successi lo scienziato si era dedicato a osservazioni sistematiche del cielo, i cui esiti erano stati straordinari.
Era l’inizio di un nuovo rapporto dell’uomo con la natura. Per la prima volta si poteva vedere e studiare ciò che all’occhio umano era invisibile e andare così oltre i limiti che l’anatomia e la fisiologia umane imponevano alla scienza. Con la stessa tecnica si sarebbe in seguito inventato il microscopio, capace di far vedere l’infinitamente piccolo.
Siamo così arrivati a disporre di microscopi come il Superstem facility inglese che sfruttando i fotoni anziché gli elettroni possono farci vedere i singoli atomi. Anche la misurazione del tempo si è evoluta: siamo passati da misurazioni intuitive come quella della meridiana, e in seguito dell’orologio a meccanismo, a misurazioni elettroniche di assoluta esattezza. Da un certo momento in poi, le gare di precisione degli orologi bandite in Svizzera vennero regolarmente vinte da fabbricanti giapponesi di orologi elettronici, infinitamente meno costosi dei capolavori dell’arte elvetica dell’orologeria.
Rientrano in questa categoria anche il Var, utilizzato per assegnare il rigore all’Inter e il Goal Decision System, che ha decretato che il pallone di Biraghi era entrato.
In futuro gli arbitri potranno disporre di una tecnologia capace di cogliere il moto delle particelle sub-atomiche che dipartendosi dai polpastrelli del difensore andranno a depositarsi sulla superficie del pallone. E a quel punto non ci sarà più partita: l’Inter le vincerà tutte 5-0.
Di
Redazione LaViola.it