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Il blog di Ludwigzaller

Il blog di Ludwigzaller – Il genio

  • Ludwig

Il “genio” di Italiano e la sua ascesa nel calcio

A tradire Beppe Iachini furono quei due goal segnati nei primi quattro minuti. Si giocava al Picco, un piccolo stadio da serie inferiori, il pubblico assisteva su tribune improvvisate rette da tubi innocenti. La strategia che Beppe vide nella sua mente era quella di sempre, difendere il vantaggio ottenuto controllando l’avversario. Tuttavia al 39’ un errore di Caceres dava a Verde la possibilità di dimezzare lo svantaggio. E nel secondo tempo Farias pareggiava. Le cronache parlarono di una Fiorentina rinunciataria e di uno Spezia audace e volitivo. Era entrato in scena un allenatore di cui si sapeva pochissimo, un genio sconosciuto. Talvolta i geni si rivelano dall’infanzia, come il bambino prodigio Mozart, in altri casi li si vede irrompere all’improvviso nell’agone. Rousseau era un modesto maestro di musica quando partecipò a un concorso indetto dall’Accademia di Digione con una dissertazione intitolata Discours sur les sciences et les arts (1750).

Lo Spezia andò avanti tra alti e bassi, ma verso Natale vinse a Napoli, iniziando un ciclo positivo. In una partita molto combattuta la Roma ebbe la meglio solo al 92’ per 4-3. I bookmaker dovettero incominciare a rivedere le quote che ne prevedevano la certa retrocessione. A febbraio, in successione, lo Spezia fece fuori il Sassuolo in trasferta e il Milan in casa. Vidi quella partita per caso e cominciai a seguire lo Spezia regolarmente su Facebook. I tifosi avevano coniato lo slogan “A ne ghe credo!”, non ci credo, che consiglio di adottare anche a Firenze. Nella partita decisiva per la salvezza il Torino fu travolto con un 4-1. E il protagonista fu un Saponara rinato cui nessun avrebbe dato un soldo. 

Su Italiano si cominciava a sapere di più. Nato in Germania, ma per caso, era stato un buon centrocampista con un ruolo di regia, poi il corso a Coverciano con una tesi d’impianto teorico che rivelava le sue doti di studioso del calcio, seguito da un percorso trionfale nelle serie inferiori. Il cursus honorum di un homo novus. Il suo gioco ha elementi difficili da decifrare. Pur utilizzando il 4-3-3, Italiano non è un epigono di De Zerbi o Montella e non somiglia nemmeno a Zeman. In breve il suo è un gioco nuovo, fatto di compattezza, velocità, copertura degli spazi e ripartenze corali, che mi aveva fatto pensare inizialmente all’Olanda del 1974.

La successione dei post del blog ne segue la carriera a Firenze, dove arriva dichiarando scandalosamente che la rosa è molto buona, per poi applicarsi in un lavoro attento di restauro psicologico e tecnico di giocatori dati per finiti. Gestisce il gruppo stimolando l’autostima e introducendo la democrazia delle rotazioni. In molti sono convinti che sia un mediocre, privo di ambizione, agli ordini di Pradè. Si sostiene che l’allenatore non conta e che coi giocatori di Iachini a disposizione Italiano non potrà far meglio. Il resto è noto.

di Ludwigzaller

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