Ludwigzaller analizza alla sua maniera la vicenda Chiesa
Si chiama Frédéric, Frédéric Moreau, quel giovanotto di provincia che il 15 settembre 1840 prende una nave a vapore che lo condurrà a Parigi. Nella capitale vivrà l’amore e quell’insieme di esperienze che vanno sotto il nome di educazione sentimentale. Flaubert continua a essere considerato l’autore della Bovary, ma il suo capolavoro è l’Educazione sentimentale, che io lessi nella traduzione Einaudi di Lalla Romano e che resta uno dei miei romanzi preferiti.
L’educazione sentimentale di un altro Federico, Federico Chiesa incomincia quando l’allenatore Paulo Sousa gli comunica che giocherà contro la Juventus. Siamo alla prima giornata di campionato, di Federico si sa pochissimo e la scelta di Sousa di metterlo in campo suscita sconcerto e appare bizzarra. Federico è ingenuo, simpatico e sin dal principio mette in mostra comportamenti che non sono quelli di certi campioni. Non esce la sera, non è fidanzato con una tronista, e coi primi soldi ha comprato una mini.
Le cose evolvono rapidamente. Arrivano Pioli e Corvino, la rosa di Paulo Sousa viene smantellata e Federico, pur giovanissimo, diventa l’uomo guida. La squadra patisce, si riprende per la tragica morte di Astori, ma l’anno dopo affonda in classifica. Federico ha già le idee chiare, la sua carriera sarà lontana da Firenze. Non gradisce l’arrivo di Montella, ha strappato ai Della Valle la promessa di andar via, ma dopo moti di piazza paragonabili a quelli della Parigi del 1848, i Della Valle vendono. Il nuovo presidente non lo vuol lasciare andare, e l’umore di Chiesa diventa sempre più cupo, in campo non è lucido, non passa la palla ai compagni, cerca goal personali impossibili e li fallisce. Lo scontro con la realtà della vita è inevitabile, il presidente americano lo vede come un figlio da adottare, ma anche da disciplinare se sgarra. La conclusione è segnata perché le leggi in vigore non permettono di trattenere un giocatore contro voglia, se il contratto sta spirando. I tifosi piangono e protestano, secondo una trama antichissima, ma inutilmente. Si può facilmente prevedere che a Torino sarà dura per lui più che a Firenze. Certezze di affermarsi e di diventare come Del Piero non ne ha. Altri capitoli dell’educazione sentimentale lo aspettano prima che possa trovare pace come avviene a Moreau nel capitolo finale del romanzo.
Personalmente gli faccio gli auguri e non sono arrabbiato con lui, ma dal punto di vista calcistico e morale non mi ha convinto come i miei idoli degli ultimi anni, Pizarro, Cuadrado, Giuseppe Rossi. A Firenze raccoglierà qualche fischio, poi, com’è successo a Baggio e Berti, cui è stato accostato, sarà dimenticato. Nuovi idoli prenderanno il suo posto, anche se al momento nessuno pone una sua forte candidatura a ruolo di leader.
Ma intanto è stato presentato il centro sportivo e questa per me è la vera notizia. Assieme allo stadio il centro può cambiare il destino della Fiorentina. Non guardate alla pagliuzza (Chiesa) ma alla trave (Matteo, VII, 1-5).
di Ludwigzaller
In copertina: Jean-Pierre Léaud in L’Éducation sentimentale, serie tv di Marcel Cravenne (1973)

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Redazione LaViola.it