Anche Ludwigzaller si sofferma sulla questione stadio: restyling del Franchi o costruzione di una nuova struttura a Campi? Ed eventualmente cosa ne sarebbe dello stadio a Campo di Marte?
Nei secoli del lungo Medioevo e fino all’età moderna, il Colosseo perde la sua funzione di luogo di spettacolo per i ludi dei gladiatori e conosce una decadenza infinita: diventa cava per palazzi e chiese di nuova costruzione, elemento chiave di un sistema di fortificazioni, ci si ricavano delle case. C’è chi crede che sia abitato da demoni perché era in realtà il tempio in cui si radunavano tutti i pagani del mondo. Il problema di un suo restauro e di una sua possibile utilizzazione è ancora aperto, e ne sa qualcosa l’attuale ministro dei beni culturali.
Se un edificio non possiede più uno scopo e una giustificazione del suo esistere, rischia di morire. E questo credo sarebbe anche il destino del Franchi senza il calcio, a meno che non si trovi un’utilizzazione plausibile. Sì, ma quale: c’è chi ha detto che si dovrebbe riempire il catino di terra, ma onestamente non mi pare una buona idea. Altre utilizzazioni, come il rugby o il calcio femminile, non sembrano in grado di tenerlo in vita. Sicché mi sono spinto a dire, per paradosso, che sarebbe meglio buttarlo giù, una sorta di eutanasia, che è toccata a Wembley, senza dimenticare che sia San Pietro sia Santa Maria del Fiore, che si chiamava Santa Reparata, sono state abbattute e ricostruite.
Al momento non vedo altre soluzioni logiche che quella di affidare a uno studio di architettura di altissimo livello un rifacimento che consista nel ridisegnare completamente le curve. Il dialogo tra un’architettura più antica e una contemporanea è stato già tentato tante volte, non sempre con successo. Un progettista qualunque rischia di creare una bruttura. Purtroppo non è più tra noi la signora Zaha Hadid, che sapeva misurarsi in queste sfide. Nel porto di Anversa la Hadid ha realizzato una Havenhuis o Casa portuale che è un esempio tra i più riusciti di convivenza tra un edificio classico e la modernità del cristallo e dell’acciaio.
L’intervento sulle curve del Franchi me lo immagino così: i materiali, le forme e i colori debbono marcare la diversità dal vecchio Franchi rappresentando però un valore aggiunto. L’eutanasia e il trasferimento a Campi, consentirebbero invece di avere a disposizione un grande spazio in centro in cui creare un nuovo museo. La quadreria di Palazzo Pitti è affascinante ma non consente di apprezzare certi capolavori. La disposizione dei quadri è pessima, lontanissima da quella di un museo moderno e certe volte per vedere un Caravaggio bisogna alzare lo sguardo e aguzzare la vista.
L’importante è decidere e decidere in fretta. È un paradosso che tutto sembri dipendere dal ritrovamento di un appunto del primo progettista del Franchi. In questo senso mi sento da storico di dare un suggerimento al soprintendente: se l’appunto di Pier Luigi Nervi dovesse mancare, inventatelo, fate un falso. Di falsi se ne sono sempre fatti e talvolta hanno giocato un ruolo positivo nel dirimere questioni ed evitare guerre.
di Ludwigzaller

Di
Redazione LaViola.it