Ludwigzaller invita i tifosi della Fiorentina a cogliere l’attimo
È inevitabile per me ricordare il Carpe diem oraziano tutte le volte che, a settembre, sto per immergermi nelle acque del Tirreno. Il momento si sa è particolare, con la fine dell’estate e l’inizio di una nuova stagione. Le concezioni del tempo sviluppate dagli uomini sono di due tipi. C’è il tempo lineare che scandisce le diverse fasi della vita e della storia, ma c’è anche un tempo circolare, ripetitivo. Ogni anno le stagioni seguono il loro ciclo. Fino a non molto tempo fa, la circolarità dettava i tempi del lavoro. Al tempo della semina seguiva il tempo del raccolto, poi tutto ricominciava. È una malinconia sottile che mi ha unito ad una donna da me amatissima. Tutti e due avevamo in casa studiosi di letteratura classica, tutti e due avevamo amato i miti e le poesie di Catullo e Orazio. Un giorno ci siamo ritrovati ad ammirare il mare di settembre alla Lecciona, la stupenda spiaggia di Viareggio oggi minacciata dalla speculazione e ci siamo subito capiti.
La poesia è di una immediatezza straordinaria. Ci sono due persone che guardano il mare, lo stesso Orazio e la sua amata Leuconoe. E Orazio le consiglia di non aspettarsi nulla di certo dal futuro, ma di godere l’attimo. Forse questo che sta iniziando sarà il loro ultimo inverno, oppure ne vedranno tanti altri, non si può dire e non vale la pena di tormentarsi.
La storia degli utilizzi del Carpe Diem è lunghissima. Tutti ricorderanno il professore che lo recita ai suoi allievi salendo in piedi sul banco. I ragazzi hanno appena cominciato a vivere ma sono attesi da scelte decisive. Grazie al professore ognuno troverà la propria strada. In realtà la filosofia che è sottesa al Carpe diem è di origine stoica, si tratta di un tipo di filosofia che ci consiglia di non temere la morte e di affrontare con coraggio la vita.
Qui sul blog, ma anche altrove, registro una certa incapacità di afferrare l’attimo. Ricordo ben altri entusiasmi quando la Fiorentina occupava la stessa posizione in classifica. Ora il pensiero va sempre agli ultimi campionati sbagliati, alla debolezza della rosa, agli investimenti. Non si gioisce e ci si fa del male azzuffandosi. Neanche una partita come quella di Napoli riesce a far recuperare la felicità immediata di tenere per la propria squadra, unita alla curiosità di scoprire cosa accadrà sul campo: i gesti tecnici, ma anche le strategie di cui entrambi gli allenatori sono maestri. Molto strano.
di Ludwigzaller
Di
Ludwig