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Il blog di Ludwigzaller

Il blog di Ludwigzaller: Apollineo

Ludwigzaller paragona la calma e il distacco mostrati da Cristiano Ronaldo sul campo del Franchi a quella tipica del dio greco Apollo

Benché afflitti da passioni terrene, gli Dei greci godevano di un’invidiabile serenità. Il monte Olimpo, dove risiedevano, se visto dal basso, sembrava preda di venti e tempeste. Ma se si superava la coltre delle nubi, appariva un luogo di pace. Qui risiedevano Mercurio e Minerva, Giove e Giunone, ma il massimo distacco dalle passioni caratterizzava essenzialmente Apollo. Quello tra gli dei che invece subiva di più le influenze mondane era Dioniso o Bacco. Nietzsche fece della contrapposizione tra apollineo e dionisiaco un grimaldello per comprendere i caratteri, la storia umana e l’arte. La serenità olimpica è quella che subito s’intuisce guardando ai marmi del Partenone, mentre le seguaci di Dioniso sono le baccanti che guidate dal Dio scivolano nell’estasi e sfogano i loro istinti.

C’è una qualità che caratterizza anche nello sport i campioni divini, coloro che sono destinati a fare incetta di allori olimpici, ed è appunto la serenità, il distacco. Ho rivisto questa dote mirabile nel Cristiano Ronaldo del Franchi. Sin da quando ha fatto capolino dal tunnel degli spogliatoi, è apparso pacificato e sorridente. Gli occhi guardavano lontano, e non sembrava che dopo qualche minuto si sarebbe immerso in una partita tanto importante. Non è facile capire cosa stia alla base di questo distacco dalle umane passioni, se gli immensi guadagni o la consapevolezza di aver raggiunto già nella vita i massimi traguardi. È pur vero che tutta l’annata della Juve poggia sul suo talento, e dunque la possibilità di fallire dovrebbe preoccuparlo, come dovrebbe aver paura che a trent’anni passati il suo corpo lo abbandoni e le sue prestazioni sportive non siano più quelle di un tempo.

Ma no, in campo si muove con sicurezza ed eleganza, subisce la marcatura del mortale Milenkovic che osa sfidare gli dei, ma non protesta. Poi gli arriva una palla buona e se ne esce in un controllo di suprema eleganza, si lascia alle spalle il pastore serbo e punta la porta. Calcia in modo altrettanto sublime ma la palla è alta, il che non sembra interessarlo più di tanto. E se i compagni non lo cercano, non se la prende con loro come di solito fanno i calciatori. Le gerarchie peraltro sono definite, anche semidei come Cuadrado o Dybala lo debbono servire. Verso la fine della partita, gli capita infine di battere un rigore e il suo score in campionato, che è già ottimo, migliora ancora.

Ho visto pochi campioni ostentare una tale pace interiore, erano così forse Platini, Paolo Rossi, certi immensi tennisti del passato. Fatica e sbuffa, sulla terra, lontano dall’Olimpo, il nostro Cholito. Ragazzino ricco, che non ha mai conosciuto l’infelicità, ora anche lui sembra essersi imbattuto in un ostacolo che non aveva esattamente previsto. Nel suo sguardo si legge la paura di fallire. E se questa sensazione s’impadronisce di te c’è poco da fare, incespichi sul pallone, lo manchi, scivoli mentre il pubblico ti copre di fischi. Come quando sei con una ragazza che ti piace e balbetti.

di Ludwigzaller

Nell’immagine: Apollo del Belvedere, Musei Vaticani.

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