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Il Blog dei Tifosi – Tarallucci e Viola

Barone e Italiano

In seguito all’ennesima deludente partita, questa volta conclusasi col pareggio contro il Lecce, il Violanauta analizza la situazione della Fiorentina

Contro il Lecce è andata in scena la replica del triste teatrino di questa stagione. Lo scorso calciomercato ci ha consegnato una rosa che, in “quantità”, è pure cresciuta: a centrocampo sono arrivati Barak, Mandragora e il rientrante Zurkowski. Sulla carta, aggiungendo Duncan, Amrabat e Bonaventura, e adesso l’esordiente Bianco, avremmo avuto un buon reparto. Il punto è che, però, si è scelto di non riscattare Torreira.

Senza scadere in sentimentalismi, visto che né chi scrive, né chi legge, conosce tutti i retroscena che stanno a monte della scelta della società di non riscattarlo, cerchiamo di valutare la questione a partire dai risultati. Abbiamo avuto a disposizione dieci giornate di campionato, più quattro partite di Conference League. Il che è già abbastanza per poter fare un bilancio provvisorio. È evidente che abbiamo un centrocampo più muscolare, in cui sono stati inseriti giocatori meno “geometrici”, meno palleggiatori e, sulla carta, più reattivi; gente d’inserimento, che avrebbe dovuto portare più reti, vuoi con gli inserimenti (Barak), vuoi con il tiro dalla distanza (Mandragora).

La verità, però, è che nel calcio, così come del resto in qualsiasi sport, è la qualità a fare la differenza. Negli ultimi tempi, in molti, tra appassionati e addetti ai lavori, si sono fatti l’idea che il calcio moderno sia tutto una questione di fisicità, di atletismo e, perché no, pure di avere la cattiveria per assestare qualche “virile” colpo sotto la cintura, quando l’arbitro è distratto. Insomma, non ne potevamo più del tiki taka, con cui i funamboli spagnoli umiliavano il nostro orgoglio italico. E così qualche commentatore ha trovato nel “cholismo” la foglia di fico adatta a mascherare lo scandalo del declino tecnico, e culturale, del nostro campionato.

Analogamente, a Firenze si è pensato che alla perdita di un regista basso con caratteristiche rare (e in parte uniche), come Torreira, si potesse benissimo ovviare acquistando due giocatori “di sostanza”: uno mediocre (Mandragora), e l’altro buono (Barak), ma forse non perfettamente adattabile al gioco di Italiano. Si è pensato pure che la perdita (inevitabile) di un potenziale fuoriclasse, come Vlahović, si potesse ripianare con due scommesse: una già persa (Cabral), e l’altra tutta da valutare (Jović). A posteriori, viene da pensare che forse la scelta di tenere Kouame, che aveva ritrovato se stesso in Belgio, dovesse essere la “spia” del fatto che il comparto tecnico si fosse già reso conto nel precampionato di una preoccupante sterilità del reparto offensivo. Chissà…

Quello che si sa è che nello sport, e forse ancora di più nel calcio, la regola del “2+2=4” non vale. Un giocatore come Torreira, con le sue caratteristiche, che lo rendono, prestazioni alla mano, il giocatore perfetto per te, non lo puoi sostituire. Ergo, lo paghi quanto hai concordato. E poco importa se il prezzo è giusto, se l’Arsenal alla fine lo “svende” al Galatasaray, ecc. Avevi fissato un prezzo che era comunque congruo, tenendo conto del valore tecnico inestimabile che aveva per te, e avevi già un accordo! Il resto sono chiacchiere.

Contro il Lecce, senza Amrabat, che già in quel ruolo è un “adattato”, la Fiorentina ha schierato vertice basso Mandragora, giocatore che offre prestazioni apprezzabili e spunti interessanti da mezzala, ma che è assolutamente insufficiente da regista. Tant’è che nel secondo tempo, lo ha sostituito Duncan. E a quel punto mi sono chiesto se in panchina Italiano si fosse fatto dare il cambio da IachiniQuando ti fai mettere sotto un tempo intero dai salentini, e hai l’impressione che il giocatore con più qualità giochi nella formazione avversaria (Strefezza), una squadra che nel suo complesso ha un valore paragonabile a quello del solo Nico González, è segno che non è stato sbagliato soltanto “qualcosa”, ma che è stato sbagliato quasi tutto nella programmazione di questa stagione.

Ma già è partito il giochino noioso, e meschino, di scaricare tutte le responsabilità sull’allenatore, lo stesso che lo scorso anno ha portato la squadra al settimo posto in campionato, dopo anni di salvezze più o meno tranquille. Non sarebbe piuttosto il caso di pretendere da qualcun altro, che si prendesse le proprie responsabilità invece d’inveire contro giornalisti e tifosi criticoni? Magari un mea culpa da parte di tutti i responsabili di questa evidente involuzione sarebbe anche utile, visto che si è ancora in tempo a raddrizzare una stagione che si fa sempre più complicata. Okay?

di Il Violanauta

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