Claude Bos Deni analizza dal suo punto di vista la crisi della Fiorentina, e propone delle scelte molto drastiche
Le avvisaglie su quello che di negativo poteva accadere, da parte di una delle più scriteriate squadre viola allestite negli ultimi quaranta anni, erano evidenti. Sinceramente mi sono molto meravigliato del perché, mai come questa volta, l’ambiente viola non abbia voluto vedere le difficoltà evidenti e a tratti imbarazzanti della società, del tecnico e della squadra. Forse perché questa volta si è avuto paura di infastidire il patron Rocco? Potrebbe essere questo il motivo anzi è probabile. Gli si è dato tanto in testa nei primi mesi della sua avventura, e alcune volte anche con troppa cattiveria, che ora anche di fronte a un fallimento pauroso dell’operato societario si è stati troppo timidi per dire cose che invece andavano dette. Ma forse non è troppo tardi, c’è tempo per rimediare.
Mi chiedo cosa possa pensare di questa squadra chi abbia visto le ha viste le prime tre partite della stagione e se minimamente possa trovare qualcosa di positivo e promettente per il futuro. Eppure nessuna critica, nessuna obiezione, anzi dopo il passaggio del turno mister Italiano sembrava il nuovo Van Gaal. Incredibile. Parliamo di una vittoria immeritata con una neo promossa arrivata sul gong dell’ultimo round grazie ad una prodezza in negativo del portiere avversario, una vittoria grigia e scialba nell’andata del preliminare di Conference League e una partita di ritorno “agghiacciante” come direbbe qualcuno, fatta esclusivamente di mille passaggi all’indietro e senza aver mai dato l’impressione di poterla vincere; anzi in più occasioni si è avuta la netta sensazione che si poteva perdere e che forse il Twente la vittoria l’avrebbe anche meritata. Ma giù titoloni sulla prodezza viola (quale sia stata non si sa), sulle strabilianti doti del tecnico del futuro, del nuovo calcio totale… Per poi proseguire con partite scialbe e insensate con Empoli, Udinese, siamo stati anche capaci di non vincere una partita con la Juventus la cui formazione del secondo tempo, era tutto meno che quella di una squadra blasonata come i bianconeri.
Veniamo all’oggi. Due sole vittorie in Serie A, solo 7 reti fatte di cui ben 3 nella prima partita, quindi al netto di questa le reti fatte sono solo 4. Da paura, direbbe qualcun altro. Un gruppo di giocatori buttati in campo ogni volta in modo confusionario e con cambiamenti troppo radicali rispetto alla partita precedente. Giocatori che prima vedevi ogni partita anche quando erano da quattro in pagella, tipo Maleh, e poi non li vedi più come se fossero ormai fuori dal progetto tecnico. Oppure, prima un attaccante, poi la volta dopo un altro e la volta successiva un altro ancora, come se non avessimo imparato nulla dall’esperienza fatta con gli attaccanti di mister Iachini. E che dire con il portiere, ora gioca uno poi la volta dopo l’altro, in un’alternanza che non giova a nessuno dei due né tantomeno alla squadra. E pensare che una volta, ma vale anche oggi, i punti fermi di una squadra erano sempre portiere, stopper, libero e centravanti. Nel senso che se si vuole costruire una squadra i ruoli anzidetti non vanno mai cambiati se non per squalifiche o infortuni. Troppi centrocampisti e troppe combinazioni possibili per un allenatore che sta dimostrando di non essere ancora pronto ma soprattutto di essere in pieno stato confusionale, sportivamente parlando. Altrimenti non si capirebbero certe giravolte spaziali sia in ordine allo schema tattico ma anche alle scelte tecniche. L’aver trattenuto Kouame da parte della società è stato uno sbaglio, in quanto ha dato la possibilità al tecnico di poter avere a disposizione una terza combinazione d’attacco che alle prime difficoltà non ha tardato ad utilizzare, finendo per rendere le cose ancora più confuse e strampalate. Troppa carne a cuocere, troppe scommesse (purtroppo perse) della società nell’andare a prendere giocatori fermi da tempo, vedi Dodo e Jovic, oppure inadatti al calcio italiano vedi Ikoné.
Dicevo che non è tardi, ma è ora di agire. Sarebbe un peccato mortale, con la Serie B che è distante pochi punti, rimandare tutto a gennaio. Agire ora e forse ribaltare la stagione si può ancora fare. Rifacendomi al titolo, rilevo con stupore che mentre i tuoni delle avvisaglie settembrine, purtroppo inascoltati, hanno giustamente partorito la crisi di cui si parla, le figuracce settembrine non sembra abbiano portato a eventi successivi. Quali dovrebbero essere questi eventi? Signori miei, dobbiamo essere realisti e se da tifosi viola vogliamo provare a salvarci senza affanni ma anche a divertirci fino a fine stagione, visto che obiettivi importanti sarà impossibile raggiungerli, bisogna subito passare ai fatti.
Quindi esonero immediato di mister Italiano. Io tutto questo calcio champagne non l’ho visto, anzi l’unico champagne che vedo è quello che stappano i nostri avversari dopo averci incontrati. Prendere un tecnico (giovane o anziano non fa differenza, anche se preferirei un profilo più navigato visto il tanto lavoro da fare) con le idee chiare che possa, in due massimo tre anni, costruire un’identità di squadra da affidare poi a un tecnico giovane e rampante. Noi abbiamo fatto il tragitto inverso con una squadra che invece era ancora da ricostruire. In pratica ora bisogna trivellare, palificare e buttare le fondamenta, poi si penserà al salotto e all’arredamento chic. Potrei fare dei nomi e anche se mi beccherò delle critiche li faccio. Due figure mi vengono in mente per quest’operazione: Donadoni e Mazzarri. Ecco chiedere a uno di loro due, o anche a uno simile, di costruire qualcosa di solido lavorando seriamente un paio d’anni. Non mi sembra una missione impossibile, anzi forse meglio tornare a lavorare e dico lavorare a fari spenti per costruire un domani. Altrimenti fioccheranno sempre più delusioni. Anche Ranieri potrebbe essere utile a questo scopo, ma ha un’età importante e potrebbe trovare uno spogliatoio complicato da gestire per uno con la sua carta d’identità. Non vorrei cioè si ripetesse l’errore commesso con Prandelli, che fu vittima secondo me di una parte dello spogliatoio.
Altro passaggio, esonero immediato di Pradè. Brava persona, educata e fin troppo per bene per il calcio moderno. Ma il suo tempo a Firenze è scaduto. Grazie e arrivederci. O vogliamo continuare a farci male? Barone, idem con patate. È persona e manager capace, anche con importanti doti morali, ma i fatti e i risultati sono impietosi. Il calcio italiano ed europeo richiedono manager con ben altre capacità. Troverà sicuramente collocazione in un’altra azienda di Rocco Commisso, quindi non mi preoccuperei di sollevarlo dall’incarico.
Il buon Rocco se ne faccia una ragione. Purtroppo non potendo licenziare se stesso, dovrà avere il coraggio di esonerare i suoi collaboratori, visto il poco di buono fatto fin ad ora. Ma insomma mi chiedo e chiedo a tutto il popolo viola, possibile che a Firenze non si possa fare quello che si fa a Bergamo, a Udine e, diciamolo pure. a Napoli e alla Lazio? Dove non mi sembra che buttino i soldi dalla finestra, anzi queste ultime due sono società abbastanza parsimoniose e furbe, che operano bene sul mercato. Qualcuno ricorda che un certo Immobile fu preso nell’indifferenza generale a parametro zero?
Infine, bisogna capire che questa squadra per un buon 90% va cambiata assolutamente e bisogna cominciare a farlo subito. Si cerchino subito nuove destinazioni per tanti anche a prestito gratuito, almeno si risparmierà sugli stipendi. Sfoltire la rosa è il primo obiettivo. Troppi giocatori, alcuni anche doppioni che non fanno che arrecare confusione a chi deve fare la formazione. Anche perché lasciando sempre uno in panchina, si finisce per renderlo infelice e offeso e quindi improduttivo. A quel punto è meglio dirsi addio. Per le poche partite che ci restano da giocare in Conference, si decida di mettere in campo una seconda squadra che appunto giochi solo coppa e poi si scelga invece la squadra titolare che giochi solo in campionato. Mi sembra ovvio privilegiare il campionato, dove bisogna già guardarsi le spalle. Già questo, metterebbe un po’ d’ordine ad una situazione troppo ingarbugliata, resa ancora più complessa dal mister.
Per ora l’unica cosa positiva da rilevare è il giovane Bianco. A me sembra uno che vede il campo come pochi, ha le idee chiare, sa smistare i palloni con precisione, taglia il campo e la linea avversaria con lanci lunghi e precisi, ha capacità da giocatore navigato. È un delitto non metterlo titolare in questa squadra. Prima di dargli la maglia da titolare, perché questo va fatto subito senza tanti indugi, gli si prolunghi però il contratto, altrimenti faremmo una nuova fesseria in stile Vlahovic. Inoltre mi è parso di aver visto nella Primavera ottimi elementi tra cui quel Lucchesi che mi porterei in prima squadra senza indugio.
Inoltre chi salvare della attuale rosa? Bene tra quelli che dovrebbero essere i titolari, oltre al citato Bianco, sicuramente Sottil, Barak (che mi sembra un ottimo giocatore da non mortificare in panchina), Dodo (se ha ancora voglia di giocare al calcio e trovare la forma miglior), Milenkovic, Bonaventura (che seppur non sempre brillante la sufficienza in pagella la prende quasi sempre), Castrovilli (che rientrerà nel 2023) e poi Igor, Duncan e Zurkowski (che non sono da buttare e in mano a un tecnico con le idee chiare potrebbero far bene anche solo come rincalzi). Volutamente non cito Gonzalez perché non ho ancora capito se questo è quel classico giocatore sudamericano che ti fa innamorare perché fa un paio di dribbling e poi sparisce, oppure se ha delle capacità da attaccante vero che possano far bene alla squadra in cui gioca. Ma forse non l’ha capito nemmeno lui ancora.
Il resto è quasi tutto da buttare. Qualcuno potrebbe essere recuperato dal nuovo tecnico anche in relazione al nuovo modulo di gioco, ma forse non andiamo oltre tre, forse quattro giocatori. Quindi è lapalissiano che a gennaio, bisognerà prendere un centrale di esperienza, un laterale sinistro degno di questo ruolo, un regista di esperienza che possa facilitare la maturazione di Bianco e finalmente un attaccante d’area di rigore maturo e prolifico che sappia qual’è la porta e che nel gioco del calcio bisogna buttare la palla oltre il portiere.
Tuttavia la questione attacco merita una considerazione in merito a un giocatore. Non si capisce per quale motivo, pur non avendo un Batistuta in formazione, non si è voluto mai puntare veramente fin dal suo arrivo su Cabral, che non mi sembra proprio un brocco. Lo dice la sua storia recente, e non vorrei che si ripetessero errori già commessi con troppa sufficienza in passato con quei calciatori bocciati senza avergli mai dato vera fiducia e poi cacciati senza alcuna esitazione, e che invece hanno dimostrato di essere validi calciatori altrove, vedi Pedro, Ilicic, Muriel, Simeone solo per citarne alcuni. E guarda caso proprio attaccanti di cui oggi avremmo tanto bisogno. Per esempio io uno come Cabral lo vedrei bene giocare dietro la punta o un falso nueve che potrebbe essere Gonzalez, in modo da non farlo asfissiare dalle marcature dell’area di rigore, un po’ alla Mutu, libero di spaziare sulla trequarti avversaria ed essere libero di servire l’ultimo passaggio o di inserirsi lui quando l’attaccante davanti a lui cattura le attenzioni avversarie.
Quindi presidente Rocco Commisso è ora di fare delle scelte, anche crudeli, ma qui la situazione è seria e bisogna intervenire non subito ma subitissimo. Facciamole queste scelte e forse possiamo tornare a vedere qualcosa di buono. Se non si faranno saranno solo dolori, e magari si finirà per farle lo stesso ma in ritardo e cioè quando tutto sarà inesorabilmente compromesso.
di Claude Bos Deni
Di
Redazione LaViola.it