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Il Blog dei Tifosi – Benvenuti all’Italiano Show

Italiano

Alla luce della sconfitta di Genova, Fabio critica l’operato di Vincenzo Italiano, reo di non essere in grado di cambiare tatticamente la propria squadra

Vedo calcio da una vita e sono abituato a giudicare da quello che vedo in campo. Il mio giudizio su Italiano e la stagione della Fiorentina non è positivo da tempo. Parlo del gioco, della personalità, della velocità, delle geometrie, degli schemi offensivi e del funzionamento del reparto difensivo.

Mi assumo le mie responsabilità in quello che dico, pronto ad essere smentito ed essere felice se Italiano, a sua volta, mi smentirà l’anno prossimo. D’altronde anche lui è giovane e con poca esperienza di Seria A, quindi ci auguriamo, per il bene della nostra squadra, possa migliorarsi in fretta. Ma non dobbiamo dimenticarci che stiamo parlando di calcio e subire 4 gol (ma potevano essere tranquillamente 8), in partite per noi decisive, da due squadre inferiori a noi come organico e che niente avevano da pretendere in fatto di risultato: QUESTO NON È CALCIO… QUESTO È UN ALTRO TIPO DI SPETTACOLO E SI CHIAMA ITALIANO SHOW.

Una squadra che si gioca la partita della vita come la nostra a Marassi, non può assolutamente permettersi a livello tattico di far presentare gli avversari quattro volte davanti al portiere nei primi 15 minuti di partita. Questo è avvenuto lunedì scorso, come in molte altre partite.

Che Milenkovic e Igor non sappiano leggere i movimenti difensivi di fronte ad avversari che non ti danno punti di riferimento, dopo un campionato intero a commettere gli stessi errori, dovrebbe ormai essere chiaro anche al nostro mister. A quanto pare non è così. Se a questo aggiungi le precarie condizioni di Torreira e un allenatore che non è in grado mai (e sottolineo mai) di cambiare l’assetto tattico della squadra, le sconfitte pesanti sono una logica conseguenza.

Ditemi voi, quando nel corso di questo anno la Fiorentina è andata sotto ed è stata in grado di ribaltare la partita (forse unico episodio all’andata con la Samp stessa). Italiano inizia le partite sempre nella stessa maniera e nella stessa maniera in modo follemente fondamentalista le finisce, senza mai preoccuparsi dell’avversario. Basta un Allegri, uno Juric, un Tudor o un Giampaolo qualsiasi che gli imbrigli la partita e noi possiamo spengere il televisore.

Di conseguenza la squadra non avendo giocatori di personalità (eccetto Torreira), si  sfalda e non è in grado di uscire da sola dallo schema mentale del suo allenatore. Quello che dovremmo comprendere (dirigenza in primis), è che Italiano non è Klopp e la Fiorentina non ha la qualità del Liverpool. La Fiorentina non ha i giocatori per andare a giocarsi una semifinale di Champions a Villarreal con il gioco di Kloop, andare sotto due gol e ribaltare la partita. Questo deve essere chiaro. E questo fondamentalismo porterà sempre a queste batoste.

I fatti ed i risultati dimostrano che quando la partita si mette male tatticamente, Italiano con i cambi riesce addirittura a fare peggio. I suoi cambi se analizzati attentamente, assomigliano molto più ad una reazione psicologica di rabbia nei confronti dei giocatori che a suo parere non stanno facendo quello che lui vuole, tanto da volerli esporre a una umiliazione ulteriore. Infatti se cambia quando perdiamo 2-0, dopo i cambi ne prendiamo quattro. Sarà mica che sia sbagliata la tattica invece che gli interpreti? Questa domanda il nostro mister dovrebbe almeno umilmente porsela.

Lunedì, tra i mille cambi di formazione a cui Italiano ci ha abituati, almeno erano in campo i migliori a livello tecnico. Ma non venite a dirmi che la prestazione del primo tempo fosse dipesa da due passaggi errati di Duncan. Questo un allenatore lo deve comprendere. Duncan accantonato per mesi è stato quello che ha riportato un po’ di equilibrio nel folle atteggiamento difensivo di Italiano, tanto da migliorare lo score delle reti subite. Poi certo: Duncan non è Dunga.

Ci lamentiamo giustamente del mancanza di personalità della squadra. Certo se tratti tutti i giocatori allo stesso modo ergendoti ad unico protagonista, non puoi lamentarti se poi Nico Gonzalez titolare della nazionale argentina fa questo tipo di prestazioni perdendosi insieme alla squadra. Lo stesso discorso può valere per Ikoné se lo metti al pari di Callejon. Se prendi Cabral (brasiliano di 1,90 cm per 85 kg), lo tieni fermo per due mesi e poi gli fai rifare la preparazione, i risultati in campo poi si vedono. Con questo, chi sono Cabral e Ikoné ad oggi non lo sappiamo, e se Pradè e Barone con l’assenso di Burdisso hanno messo su di loro gli stessi 30 milioni che occorrevano per la garanzia di prestazioni di Berardi, se ne assumeranno le responsabilità. Speriamo questa volta in modo definitivo. Perché è pur vero che Commisso incassa, ma spende anche. Abbiamo il settimo monte ingaggi della Serie A, ma sinceramente in campo non si vede.

Io guardo tutte le squadre ed è palese che tutti gli altri vadano a velocità molto superiori sia nella corsa che nel far girare il pallone. Se poi parliamo della tecnica personale, basti pensare ai gol segnati, siamo l’ultima delle prime otto squadre, addirittura ci precedono squadre sotto in classifica. Una difficoltà cronica a segnare che ci ha caratterizzato tutto l’anno, anche quando c’era Vlahovic.

Thiago Motta ha fatto gli stessi punti di italiano a Spezia, e la Fiorentina ha subito quasi gli stessi gol che con Iachini e Prandelli. Ritengo Iachini un allenatore mediocre, ma ieri avremmo avuto molte più possibilità di vincere la partita con Iachini in panchina, credetemi. O almeno Iachini non l’avrebbe persa in quel modo.

Ripeto, perdere così in questo modo e ripetutamente non è calcio. È show dove dirigenza, giornalisti, squadra, tifosi e l’allenatore stesso entrano in un pericolosissimo meccanismo psicologico che tende a godere del fatto che l’allenatore sia l’unico protagonista.

P.S. Per favore non diamo la colpa alla cessione di Vlahovic, ci faremmo male da soli. La Fiorentina nell’ultimo mese aveva tre partite abbordabilissime per fare tre punti (Salerno, Udinese in casa e Sampdoria). Ne ha totalizzati zero, subendo 10 gol e facendone 2. Non evidenziare i limiti tattici e di preparazione alle partite dell’allenatore, vuol dire non essere uomini di calcio.

di Fabio Bonciani

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