Walid risponde all’omonimo ct del Marocco, secondo il quale Amrabat dovrebbe giocare in un top club e non a Firenze
Buongiorno,
mi chiamo Walid e, a dispetto del nome che non tradisce discendenze medicee, proprie di San Frediano o fiorentine doc, sono comunque un malato tossico di passione viola da ormai 40 anni. E quindi ho titolo per dire la mia.
Mi volevo rivolgere a un mio omonimo, da Walid a Walid, e cioè all’allenatore della nazionale Marocchina, Walid Regragui, che non perde occasione di ribadire che Ambrabat è da top club (LEGGI QUI) e che alla Fiorentina… Sì, insomma cosa ci sta a fare… Questo motivetto del grande club avrebbe un pò rotto i cabasisi, per dirla alla Montalbano, perché da una parte cela una qualche mancanza di rispetto, dall’altra anche una mancanza di conoscenza.
Sono certo che l’allenatore del Marocco sia in buona fede, forse anche il fratello di Sofyan, e lo stesso Ambrabat è sempre stato corretto nelle sue esternazioni fino ad ora. Ma proprio un popolo calcistico come quello marocchino (che nella sua tradizione non ha mai raccolto particolari successi internazionali ed è sempre stato considerato una cenerentola del calcio che conta) dovrebbero ricordare, appunto, che il calcio appartiene a tutti, grandi e piccoli, blasoni e carneadi, strisciati e tinte unite.
Dovrebbe ricordare, passata la sbornia mondiale, che Ambrabat non è Maradona. Non possiede i piedi di Messi, le verticalizzazioni e la classe di Modric, la completezza tecnico-tattica di Verratti, ma nemmeno la qualità Castrovilli per dire. Potrà diventare un ottimo Kantè, non di più. Quindi, magari, diamoci una regolata. Dovrebbe anche sapere che nella Assocazione Calcio Fiorentina ha giocato gentucola come Baggio, Rui Costa, Batistuta, Passarella, Dunga, Mutu, Toldo, Frey, Toni ma anche recentemente Pizarro, Chiesa, Salah e via andare. Tralasciando vagonate di altri grandi giocatori che Ambrabat può guardare dal basso verso l’alto.
Poi, soprattutto, se non mi sbaglio, un ct della Nazionale deve preoccuparsi che i suoi giocatori giochino, con continuità, in un campionato competitivo e forgiante, che abbiano rendimento. Magari fare una stagione al Real Madrid, Liverpool o al City con tanta panchina non gli avrebbe consentito di arrivare così in forma e preparato al Mondiale. L’anno scorso è bastato un semplice Torreira a metterlo in panca. Figuriamoci nei top club in cui non basta correre e difendere, ma in cui c’è anche da fare qualche giocata più complicata e in cui non si gioca di rimessa.
Quindi ringrazierei la Fiorentina che ha, in primis, ha investito (e tanto) sul calciatore, ci ha creduto, lo ha valorizzato e gli da un lauto stipendio e ha consentito al Marocco di fare il Mondiale che ha fatto. Tutto qui. Auguri di buone feste a tutti voi, e a tutti noi violacei dentro e fuori.
di Walid Mokni
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Di
Redazione LaViola.it