La Juve ha fatto da apripista, ma gli altri club cercano soluzioni: salari di febbraio (e gennaio) da pagare, la mancanza di fondi e non solo.
MOSSA NON GRADITA. La Lega comunque non ha la facoltà di procedere al taglio e, anche se arriverà a un’intesa con l’associazione dei calciatori, gli accordi andranno sottoscritti dalle 19 rimanenti formazioni, anzi dai singoli tesserati. Piuttosto in via Rosellini e nelle sedi degli altri club non tutti hanno accolto positivamente la… fuga in avanti bianconera perché, sostengono, che il messaggio potrebbe essere equivocato in un momento di discussione con i broadcast sui contratti tv. Secondo loro bisognava agire di sistema, ma ormai è tardi.
PAGATE FEBBRAIO. L’Aic è consapevole che un sacrificio serva e ritiene che il mese e mezzo di salario lasciato sul tavolo dagli juventini sia una rinuncia equilibrata, soprattutto perché altri due mesi e mezzo saranno pagati da luglio in poi (finiranno nel bilancio bianconero 2020-21). L’associazione dei giocatori sa che la Juve aveva bisogno di fare in fretta e che in altri club sarà più complicato raggiungere un’intesa in tempi rapidi soprattutto perché ci sono più calciatori in scadenza di contratto al 30 giugno. Quelli non potrebbero spalmare i due mesi e mezzo di stipendio sulla stagione successiva. Di certo, però, i calciatori sono pronti a chiedere che almeno sia pagata la mensilità di febbraio visto che diverse società non hanno provveduto ancora a farlo e alcune avrebbero addirittura da corrispondere quella di gennaio. E a proposito di quella di marzo verrà fatto notare che tra gare giocate, allenamenti, quarantena (equiparata a una malattia) e ferie, tutti hanno maturato il diritto di riscuoterla.
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Redazione LaViola.it