
Il capitano viola è il re delle punizioni in Serie A, e si è preso la squadra sulle spalle
È il re delle punizioni in Serie A, col suo “Biraggiro” ne ha già trasformate tre: meglio di Cristiano Biraghi non ha fatto nessuno. E pure in Europa, al massimo c’è Tenji Savanier del Montpellier coi suoi stessi numeri, comunque sempre tra i top. Si è pure preso sulle spalle la responsabilità della squadra, di una Fiorentina diventata attorno a lui più compatta e coesa. Scrive il Corriere dello Sport-Stadio.
Non è un caso che tra i garanti del “Rinascimento Viola” ci sia pure il capitano. Quel Biraghi che ha fatto tesoro dei consigli di Davide Astori e che, in suo nome, mostra ogni volta la sua fascia alla gente. Col saluto d’ordinanza diventato molto più di una carezza verso il cielo. In una ipotetica classifica, è davanti a Lorenzo Pellegrini della Roma e pure a Zlatan Ibrahimovic, entrambi a quota 2 reti da calcio piazzato. E, dopo l’addio di Vlahovic, è pure il capocannoniere in A della sua squadra con 4 reti. Compresa quella su rigore segnata al Cagliari proprio quando Dusan si rifiutò di calciarlo.
Contando anche la Coppa Italia (al Maradona col Napoli) il bottino sale a 5, record assoluto della sua carriera. I numeri complessivi, a dire il vero, avrebbero potuto essere persino più rotondi, se non fosse stato per il penalty parato da Cragno col Cagliari. E, soprattutto, per i due legni (tra cui una traversa colpita direttamente da calcio d’angolo) scheggiati l’altra sera al Picco di La Spezia. Maledetta sfortuna.
DA BERSAGLIO A LOTTATORE
In pochi mesi, Biraghi ha rovesciato la prospettiva. Al termine del ritiro estivo di Moena, fu lui ad uscire allo scoperto dicendo di essere “per molti, il cane da bastonare”. Oggi invece la Curva Fiesole gli ha persino dedicato un coro personalizzato. E’ diventato il punto di riferimento per la città, il giocatore simbolo di attaccamento alla maglia, oltre ad un combattente vero. Per questo, adesso, Firenze si fida di lui. La società viola, dal canto suo, gli ha prolungato il contratto fino al 2024 in tempi non sospetti (ottobre 2020). E la sensazione è che presto si potrà tornare a lavorare per spostare in avanti la lancetta dell’orologio. Sì, perché Biraghi, a Firenze, dove è nata la sua seconda figlia, si è ambientato benissimo.
L’ANALISI
Ha dimostrato nei fatti di essere decisivo in fase offensiva. Trasformandosi, per quantità di palloni toccati dalla metà campo in su, nell’attaccante aggiunto. Quello capace di andare a raddoppiare sull’esterno creando così superiorità a proprio favore. C’è ancora da lavorare su qualche meccanismo difensivo, ma i passi in avanti compiuti rispetto al passato sono evidenti.
Non è un caso che anche il Ct azzurro Mancini, in occasione dell’ultima convocazione ufficiale, lo scorso novembre, lo abbia portato con sé. Ora c’è da cercare lo scatto decisivo. Quello per conquistare finalmente il pass europeo con la Fiorentina. E, perché no, per avvicinarsi a grandi passi alla finale di Coppa Italia. Battendo la Juve. Biraghi non aspetta altro, magari proprio con un altro “Biraggiro”.

Di
Redazione LaViola.it