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A dire la verità non è stata sicuramente neanche la migliore partita del ragazzo di Carrara. Anche lui nel primo tempo con la Lazio ha sbagliato tanto, “trascinato” anche dalla scarsa forma dei suoi compagni di reparto. Il resto del reparto offensivo viola infatti ha giocato una pessima partita: a partire dal peggior Kalinic della stagione, proseguendo per un Tello in piena crisi prestazionale e concludendo con un Ilicic in versione Mr Hyde, soprattutto dal momento in cui ha sbagliato il rigore. Incredibile come lo sloveno si demoralizzi e crolli a livello emotivo quando qualcosa comincia ad andare storto, ma questa è un’altra storia.
La storia che ci interessa è quella di un ragazzo di 22 anni che nel secondo tempo, con la fascia di capitano al braccio, è stato il trascinatore del tentativo di rimonta viola. Lodevole come si sia caricato la squadra sulle spalle: pur continuando a commettere qualche errore di troppo, la sua leadership in mezzo al campo ha colpito tutti. Quella leadership dimostrata anche nelle dichiarazioni a fine partita, nelle quali Berna non ha cercato alibi volendo dare un messaggio alla squadra: non si può iniziare le partite così molli, dobbiamo parlarci di più e partire meglio.
Dopo la crescita di Bernardeschi giocatore, dunque, arriva quella di Bernardeschi uomo spogliatoio. Con quella fascia di capitano al braccio che rende tutto molto più magico. Certo, è inutile ricordare che Federico gode di interessi da mezza Europa e che nel calcio moderno, Sousa lo sa bene, è difficile che trovare ancora delle bandiere. Per adesso però godiamoci la crescita di questo ragazzo che ad inizio stagione era stato fortemente criticato e che ad oggi matura di partita in partita, sotto tutti gli aspetti.
 
												
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																							 
																							 
																							 
																							 
									 
									 
									 
									 
														
Di
Marco Zanini