L’attuale attaccante della Juventus ripercorre i punti salienti della sua carriera, dal suo passato nelle giovanili viola all’esordio in Serie A grazie al tecnico portoghese
Lunga intervista sulle pagine di Tuttosport a Federico Bernardeschi, che ha ricordato quando sia legato a Paulo Sousa, ma anche altri ad allenatori come Leonardo Semplici. L’ex fantasista viola parla anche di Chiesa, un ragazzo e un giocatore serio, oltre a ripercorrere i tempi quando da raccattapalle osservava da vicino giocatori come Toni, Mutu, Jovetic e restituì quel pallone a Gerrard…
Chi sono stati i suoi maestri?
«A me ha aiutato tanto Paulo Sousa alla Fiorentina. E’ stato il primo a farmi pensare di fare quel salto di qualità a livello mentale di cui parlavo. Mi disse “Hai delle doti importanti: investi su te stesso”. Lì mi si accese una lampadina e ho pensato: proviamoci. Forse a Firenze non è stato capito a pieno, poteva cambiare tanto in positivo. Lui mi fece cambiare ruolo per primo, facendomi fare l’esterno a tutta fascia e quell’anno andai a fare l’Europeo da quinto di centrocampo. E anche Conte mi ha fatto bene, come mentalità nel lavoro: nella Juve ho ritrovato la sua mentalità. Ma negli allenatori sono stato fortunato: ora c’è Allegri, prima ho avuto anche Semplici in Primavera e si vedeva che poteva andare avanti, poi Drago a Crotone».
Ha citato la Fiorentina: Chiesa è nell’occhio del ciclone, accusato di essere un tuffatore: lo ha sgridato?
«No, Chiesa è un ragazzo bravo e genuino, mi fa piacere che lui e la Fiorentina stiano facendo bene e mi dispiace per le critiche che sta subendo perché è davvero un bravo ragazzo».
I suoi modelli da bambino?
«Mi piaceva un sacco Shevchenko, poi i numeri 10 italiani, da Baggio a Del Piero, Totti… era bello vederli giocare. Ed era bello veder giocare Toni, Mutu, Jovetic quando facevo il raccattapalle a Firenze: ho restituito il pallone a Gerrard in un Fiorentina-Liverpool».

Di
Redazione LaViola.it