L’ex campione del mondo: “Oggi manca un numero 10 come Baggio o Totti. E Gattuso dev’essere lasciato libero di esprimersi”
In attesa dell’annuncio di Gattuso sulla panchina degli azzurri, ormai imminente, Beppe Bergomi ha commentato l’approdo dell’ex centrocampista come commissario tecnico a La Nazione: “Ormai manca solo l’annuncio, penso possa fare bene, ma gli allenatori vanno lasciati liberi di esprimersi. Lui è giovane e soprattutto sta bene in questo momento ed è un fattore importante“.
COSA NON È ANDATO. “Non si può fare una valutazione su una singola partita, va valutato sempre l’intero percorso, anche l’Italia di Bearzot perse con la Norvegia in un’amichevole a Lecce nel 1985. Ma Bearzot ha sempre conservato fiducia nel suo gruppo e i giocatori di oggi giocano tanto, non è che non ci tengono o non sono attaccati alla maglia“.
LA NAZIONALE DELL’82. “È sicuramente la formazione che è rimasta nel cuore di tutti, l’allenatore del Pescara Silvio Baldini ci ha definito qualche giorno fa come ‘la Nazionale, quella vera’. Ma sono convinto che anche gli azzurri di oggi sanno cosa significa rappresentare la bandiera italiana“.
IL RICORDO PIÙ EMOZIONANTE DEL MUNDIAL. “I gol di Paolo Rossi, l’urlo di Tardelli, l’esultanza di Pertini sono i ricordi che tutti porteremo sempre nel cuore, il mio personale è stato il momento in cui sono entrato in campo, proprio contro il Brasile al posto di Collovati, ho provato per la prima volta la sensazione unica che ti dà la maglia azzurra“.
COSA MANCA OGGI. “Manca un numero 10. Manca un Gianni Rivera, un Paolo Rossi, un Roberto Baggio, un Francesco Totti. Ma noi siamo quelli che abbiamo vinto l’Europeo nel 2021 con un’ottima intuizione di Roberto Mancini. Dobbiamo lavorare di più sui settori giovanili, c’è sempre bisogno di nuovi talenti“.
Di
Redazione LaViola.it