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“Beppe va”. Per Iachini ultima da condottiero Viola. Voglia di chiudere al meglio. Poi partirà l’operazione futuro

“Beppe va”. Per Iachini, a Crotone, ultima gara da condottiero della Fiorentina. Voglia di chiudere al meglio l’esperienza viola. Poi partirà l’operazione futuro

Ogni addio porta con sé le sue emozioni. Quello di Iachini alla Fiorentina non è certo indolore, per una serie di ragioni sia tecniche che emotive.

“Ogni tanto a Beppe dico: la Fiorentina è la squadra più forte che hai mai allenato, ora tocca a te”, disse Pradè riferendosi al tecnico viola. Poteva andare diversamente la sua avventura sulla panchina della Fiorentina? Forse sì, ad esempio se avesse avuto continuità di lavoro senza essere esonerato (come ha ripetuto più e più volte, e come pensa anche Commisso), forse no, perché nel calcio non esiste mai la riprova. Fatto sta che la sua esperienza da allenatore gigliato si chiude qui, a Crotone, con la voglia di dare tutto fino all’ultimo istante. Senza entrare nel merito dell’“aver raggiunto gli obiettivi” o della rivendicazione di una media punti più o meno significativa, Iachini si è ritrovato in mano una delle rose più forti mai avute in carriera e l’occasione ideale per poter fare un salto di qualità nel proprio percorso personale, dopo anni passati a lottare per promozioni dalla B alla A o salvezze. Se abbia colto davvero questa opportunità sarà il tempo a dirlo. Se avesse lasciato un anno fa, probabilmente, avrebbe avuto più appeal di oggi. Se non ci saranno rivoluzioni sulla rosa, e l’anno prossimo la Fiorentina dovesse fare una grande stagione in mano ad un altro tecnico, i giudizi cambierebbero ancora.

Con i se e con i ma…Resta ancora da giocare, a Crotone, una gara che non mette in palio niente, se non l’onore e la difesa dei colori viola. Ed è qui che entra in gioco l’aspetto emotivo: Iachini lascia la ‘sua’ Fiorentina dopo aver dato il massimo per una maglia per la quale ha dato tutto da giocatore, tanto da meritarsi un coro dalla Fiesole anche quando gli è capitato di giocare, o allenare, al Franchi da avversario, così come gli è stato intonato quando è arrivato ad allenare la Fiorentina, e che sicuramente gli sarà cantato quando tornerà da avversario in futuro. Impegno, dedizione e amore non sono di certo mancate. Qualità che Commisso ha apprezzato fin da subito: “Avete visto quanto lavora Iachini?” disse il patron viola nei primi giorni di insediamento del tecnico, continuando a difendere quella scelta di confermarlo l’estate scorsa per settimane e settimane, fino al rimarcarne la bontà pochi giorni fa: “Il mio più grande errore è stato esonerarlo, per via di pressioni della piazza”. Poche ore dopo sarebbe arrivato il “Commisso mi aveva accennato della possibilità di rimanere ancora alla Fiorentina, ma io ho detto di no”, da parte dello stesso Iachini.

Beppe va”, dunque, dopo aver portato la barca viola in porto, due volte. Forse non avrà fatto quel salto di qualità che poteva fare, così come forse la Fiorentina stessa pensava di poter fare con Iachini. Ormai tutto ciò, tra poco più di 24 ore, sarà il passato. A Beppe deve andare un grazie enorme, per l’impegno profuso e la dedizione alla causa viola. Così come dovrebbero essere sottolineati i meriti di Prandelli, al di là del confronto tra medie punti che reggono fino ad un certo punto (se Iachini ha centrato gli ultimi risultati, ad esempio, lo deve anche al lavoro di Prandelli su Vlahovic). Tra 24 ore sarà il tempo di aprire il capitolo futuro, con possibilmente una ventata nuova della quale ci sarebbe un gran bisogno, anche alla luce di tutto quanto detto sopra. Prima l’ultimo sforzo, dando sempre e ancora tutto, in pieno stile ‘picchia per noi Beppe Iachini’, perché quando c’è da difendere i colori viola, lui agisce e reagisce così.

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