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Benvenuti allo show: Dionisi ed Italiano, tante strade per il gol

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Focus de La Gazzetta dello Sport sulla sfida di questa sera al Mapei Stadium. Ci si attende una bellissima partita

La parola spetta sempre al campo, ma se un appassionato di calcio dovesse indicare la partita di questa giornata da cui si aspetta il divertimento maggiore, molto probabilmente sceglierebbe Sassuolo-Fiorentina. Da una parte la squadra che, dopo aver cambiato guida tecnica e alcuni giocatori, si è proiettata con entusiasmo nel progetto e, a fronte di qualche inciampo assolutamente naturale, si è tolta lo sfizio di vincere in casa di Juve, Milan e Inter. Dall’altra parte la formazione che ha metabolizzato in fretta le direttive del nuovo allenatore e adesso è diventata la mina vagante nella corsa al quarto posto senza dimenticare la qualificazione alla semifinale di Coppa Italia dopo aver battuto in trasferta Napoli e Atalanta. E’ anche il confronto tra due tecnici giovani, ambiziosi, con idee innovative e offensive.

Alessio Dionisi, alla prima stagione in Serie A, è partito dal lavoro svolto da Roberto De Zerbi (a cui ieri il club ha rivolto un pensiero affettuoso in un post in cui esprimeva vicinanza a tutta la popolazione ucraina colpita dalla guerra) e poi ci ha messo del suo. Il Sassuolo adesso verticalizza più che in passato e, pur usando ancora molto le corsie esterne, tende a fare la differenza nelle zolle centrali sulla trequarti, sfruttando la velocità e la qualità di Berardi, Raspadori e Traorè alle spalle del centravanti Scamacca. Dionisi a Empoli si era imposto con il 4-3-1-2, ma nella nuova avventura ha alternato 4-2-3-1 e 4-3-3. Il Sassuolo attacca meglio con il primo vestito e difende meglio con il secondo, ma nelle ultime settimane anche con il 4-2-3-1 sono stati trovati equilibrio e compattezza. Quando i terzini spingono, si inseriscono nel posto lasciato libero dagli esterni offensivi e questo accade con entrambi i moduli. Maxime Lopez è il vero segreto (un po’ sottovalutato) della squadra: il suo dai-e-vai continuo, in ogni zona del campo, garantisce un buon ritmo alla manovra. Frattesi, invece, si muove più in verticale e capita spesso che si presenti in zona tiro anche quando gioca a due insieme al francese. Ma è tutta la squadra che va sempre alla ricerca del gol, forse perché sa che gestire non è il piatto forte della casa. A San Siro contro l’Inter il Sassuolo ha concesso tante occasioni nella ripresa, ma ne ha costruite parecchie per segnare addirittura la terza rete. Mentalità, organizzazione, idee e qualità: c’è un po’ di tutto nel progetto neroverde.

Vincenzo Italiano, alla seconda esperienza in A dopo il debutto a La Spezia, si è ambientato in fretta. E la Viola si è adattata rapidamente a lui. La filosofia del “tutti registi”, di cui aveva parlato nella tesi a Coverciano, trova applicazione anche sull’Arno. I terzini partecipano alla costruzione anche negli ultimi trenta metri, dove si sovrappongono alle ali per creare situazioni pericolose. Alcune combinazioni sono particolarmente belle perché la Fiorentina riesce a sorprendere gli avversari schierati e a penetrare sul lato corto dell’area. Le mezzali arrivano a rimorchio perché dalla linea di fondo campo spesso partono suggerimenti all’indietro, perfetti per chi corre in avanti “vedendo” la porta. La Fiorentina è una delle squadre che crossa di più e meglio: il paradiso dei centravanti. E infatti, dopo le meraviglie griffate Vlahovic, anche Piatek ha cominciato a sfruttare la notevole produzione offensiva. La Fiorentina tiene la linea difensiva alta e porta la pressione in avanti per cercare una transizione positiva negli ultimi trenta metri. Un atteggiamento aggressivo che a volte (vedi la gara interna con la Lazio) può anche generare problemi dietro, ma che in linea di massima viene premiato. All’andata finì 2-2 con doppio vantaggio neroverde (Scamacca, Frattesi) e rimonta viola (Vlahovic, Torreira). Ci sono le premesse per un ritorno spettacolare.

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