Centosei giorni dopo, i viola tornano in campo. Le settimane complicate e drammatiche con il virus, la voglia di tornare alla normalità. Inseguendo un gol
Centosei. Tanti sono i giorni passati dall’ultima partita della Fiorentina in campionato. Era l’8 marzo e sul campo dell’Udinese (a porte chiuse già in quell’occasione) andò in scena una gara non certo passata alla storia. In quelle ore la zona rossa nel nord Italia sia stava ampliando, la Lombardia veniva isolata dal resto del Paese e il mondo dello sport, quello del calcio nello specifico, era in forte agitazione. Tanto che lo svolgimento di quella giornata, la numero 26 del calendario, rimase in dubbio fino a pochi minuti dal calcio d’inizio. Si giocò ma poi si chiuse tutto. Ora si torna a giocare: cicatrici impossibili da cancellare, si prova a ritrovare un po’ di leggerezza nella normalità, scrive La Repubblica.
VIRUS. Il Coronavirus ha colpito anche la Fiorentina: i primi sono stati Pezzella, Vlahovic e Cutrone, poi altri giocatori più membri dello staff, Iachini, Pradè e il dottor Pengue. Settimane complicate per tutti. Ora la Fiorentina ha 12 gare davanti a sé, per capire cosa fare da grande. Dodici partite in quaranta giorni, un ciclo quasi infernale pensando al caldo e all’umidità tipicamente estive che attanaglierà il campionato. Ma il compromesso per portare a termine la stagione era questo e tutti hanno scelto di andare in questa direzione.
DODICI PARTITE. Dodici sfide, sei in casa e sei fuori, per capire se Iachini sarà ancora il tecnico dei viola la prossima stagione. Ma non solo. Il ritorno di Ribery dall’infortunio è la notizia migliore, così come quella che tra qualche settimana riguarderà anche Kouamè. La domanda che ci porteremo dietro riguarda Federico Chiesa: andrà via? E nel caso: chi arriverà al suo posto? In attesa delle risposte sul suo futuro, il presente impone a Chiesa di trascinare i viola in un momento delicato e inedito.

Di
Redazione LaViola.it