Mai sosta per le nazionali fu più benedetta in quel di Firenze. Se è vero che le due settimane di break da campionato e coppe sono vissute spesso come un fastidio dagli appassionati di calcio, i tifosi della Fiorentina sanno bene che, in questo caso, i viola hanno un gran bisogno di un break. Non per motivi di stanchezza, come era già capitato altre volte, ma per la necessità di Palladino di lavorare sulla sua nuova squadra.
Come lo stesso tecnico ha più volte ricordato, negli ultimi giorni di mercato sono arrivati ben cinque giocatori, che vanno a sommarsi ai 6 acquistati in precedenza. Undici nuovi acquisti, dei quali solo Kean (praticamente il solo utilizzabile in ritiro al Viola Park), Pongracic e Colpani arrivati a luglio. Ora Palladino ha la possibilità di lavorare per diversi giorni con il nuovo gruppo quasi al completo. Quasi, perché ci sono le nazionali. E in otto hanno lasciato Firenze: Kean, Pongracic, Richardson, Kouame per quanto riguarda le nazionali maggiori. Oltre a loro, si devono aggiungere gli Under 21 Bove e Kayode, l’Under 20 Comuzzo e l’Under 19 Martinelli.
A parte questi 8, Palladino potrà lavorare con il resto della squadra, che fin qui ha lanciato segnali abbastanza preoccupanti. Sul piano del gioco, in primis. La Fiorentina vista nelle prime cinque partite, che hanno fruttato la miseria di 5 pareggi contro Parma, Venezia, Puskas Akademia (due volte) e Monza, è stata quasi sempre lenta, lunga, imprecisa tecnicamente e disastrosa in fase di non possesso. Proprio quest’ultima criticità è quella che preoccupa maggiormente, perché la difesa a tre sembra non essere stata assimilata dagli interpreti in rosa, che hanno faticato non poco in questo nuovo sistema difensivo.
Da questo aspetto bisogna partire a lavorare, perché gli errori visti fin qui sono troppi e difficilmente giustificabili, dato che non c’è neanche più la “scusa” della difesa (a 4) molto alta tipica della Fiorentina del ciclo Italiano. Finora hanno deluso i difensori già in squadra, altrettanto il nuovo acquisto Pongracic, apparso ancora molto imballato e decisamente troppo falloso. Dal mercato è arrivato l’argentino Moreno, che oggi arriverà a Firenze, ma avrà bisogno di un periodo di adattamento.
Nonostante la difesa sembri essere, sulla carta, il reparto più debole dopo questa rivoluzione estiva, la speranza è che l’innesto dei nuovi centrocampisti aiuti tutto il resto della squadra a trovare equilibrio. Gli arrivi di Adli (presentato ieri), Bove, Cataldi e Richardson cambiano radicalmente la mediana della Fiorentina. Sia Cataldi che Adli hanno mostrato caratteristiche interessanti al loro esordio, così come si erano intravisti spunti interessanti in Richardson col Venezia, che però ha fatto molta fatica in Ungheria. Meno convincente l’impatto di Bove, ma stiamo parlando dei primissimi minuti in viola dopo essere arrivato a Firenze poche ore addietro. A differenza del marocchino, i tre italiani e il francese conoscono bene la Serie A, cosa che accelererà non poco il loro adattamento.
Tanto lavoro ci sarà da fare anche sulla trequarti. Gudmundsson, la stella di questa campagna acquisti, è ancora ai box e purtroppo il problema al polpaccio sembra più serio del previsto. Chiaro che bisognerà attendere il suo inserimento per capire le reali potenzialità di questa squadra. L’altro nuovo arrivato, Colpani, ha iniziato male la sua avventura a Firenze. Lento e impacciato, troppo timido nelle scelte, l’ex Monza è stato tra le delusioni di queste prime 5 partite. Ci si augura che i problemi derivino esclusivamente dalla condizione fisica precaria, oppure dall’intesa coi nuovi compagni che ancora non è eccelsa. Il timore è che Colpani stia subendo il ‘salto di categoria’ da Monza a Firenze. Storie già viste, l’ultima delle quali ha riguardato Nzola. Solo il tempo ci dirà se il Flaco potrà tornare quello visto in Brianza oppure non riuscirà a sopportare il peso delle pressioni tipiche di una grande piazza come quella fiorentina. Di certo, come per Palladino, anche per Colpani questa sosta è un toccasana.
Per fortuna, concludendo l’analisi sui nuovi arrivati, sembra che la Fiorentina sia messa bene nell’ossatura principale: portiere e centravanti. De Gea e Kean sembrano essere un deciso passo avanti rispetto al passato, con l’attaccante italiano che fino a questo momento sembra essere la più grande scommessa azzeccata. A loro si può aggiungere anche Gosens: sarà pure in calo rispetto ai tempi dell’Atalanta, ma ha ancora trent’anni e sembra di un’altra categoria rispetto a Biraghi e Parisi nel ruolo di esterno di centrocampo.
Più di tutti i nuovi giocatori, chi deve dimostrare qualcosa di più è Raffaele Palladino. Pur con qualche limite in difesa, la Fiorentina 2024-25 è stata costruita sui dettami del proprio nuovo allenatore e del suo sistema di gioco. Visto il ritardo della società sul mercato, il tecnico gigliato ha tante attenuanti per questo inizio di stagione. Ed è più che giusto che prosegua sulla strada del 3-4-2-1, perché solo a partire da adesso ha iniziato a lavorare a pieno con il suo nuovo gruppo squadra. Tuttavia, da adesso occorre vedere dei passi avanti. Nel gioco, nell’identità, ma anche nella personalità di questa squadra.
Col Monza la Fiorentina aveva approcciato abbastanza bene la partita, ma ha subito il gol (in maniera banale) alla prima sortita offensiva avversaria. Da quel momento, la squadra ha fatto fatica a mettere insieme tre passaggi di fila, evidenziando anche un grande problema a livello psicologico. Per fortuna è arrivata la reazione, nervosa e non certo qualitativa, che ha portato al 2-2, ma Palladino dovrà lavorare anche sull’aspetto del carattere.
Benedetta sosta. Poi però arrivano Atalanta e Lazio, contro le quali serve una Fiorentina del tutto diversa di quella vista fin qui.
Di
Marco Zanini