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Quelli come lui sono come il pane: la loro presenza spesso si dà per scontata, se mancano, però, si sente. Marco Benassi è così. Se gioca lo notano in pochi poi, quando capita di doverne fare a meno, la differenza si sente. Eccome. «Non vi rendete conto di quanto siano importanti i suoi movimenti per la squadra», risponde Pioli a chi avanza dubbi sul rendimento nelle ultime settimane del suo centrocampista.
IMPORTANTE. Giusto qualche settimana fa, per esempio, è stato Veretout a sottolineare i meriti del compagno. «Il suo lavoro per noi è fondamentale». Del resto, basta dare un occhio ai numeri. Da quando è arrivato a Firenze Benassi ha saltato quattro partite. Risultati? Una vittoria (il 2-0 dello scorso anno col Crotone), una sconfitta (3-4 con la Lazio nel finale del campionato scorso) e due pareggi. Uno con l’Atalanta (1-1, dodici mesi fa) e uno domenica, contro il Cagliari.
Non solo. Contro la Sampdoria, nel recupero della prima giornata, è partito dalla panchina, entrando soltanto nel finale e, anche in quel caso, la Fiorentina non è andata oltre il pari. Per farla breve: vincere senza Benassi è dura. Anche e soprattutto in un momento come questo, nel quale la squadra fatica tremendamente a trovare il gol. Non a caso, grazie alle tre reti segnate nelle prime due giornate, l’ex Torino è ancora il capocannoniere viola.
FONDAMENTALE NEL MODULO. Questione di gol, ma non solo. Nel 4-3-3 disegnato dall’allenatore infatti, Benassi ha caratteristiche uniche. Corre, pressa, alza il baricentro della squadra ma (soprattutto) sa inserirsi tra le linee nemiche. Tagli, da destra verso il centro, che spesso spaccano in due gli avversari.
Senza contare, come detto, la capacità di aggredire l’area di rigore. Nessuno tra i suoi compagni ha caratteristiche simili e, domenica, si è visto. Se quello è il modulo, tanto per capirsi, non si può fare a meno di lui. Lo confermano anche altre statistiche.
Marco Benassi è terzo in rosa (meglio di lui solo Chiesa e Simeone) per occasioni create (11) e, dopo Federico (22), è il giocatore (insieme al Cholito) che ha calciato più volte in porta (13).
Contro il mal di gol insomma, può essere ancora la medicina giusta. Il problema, semmai, è se ad un certo punto Pioli volesse cambiare. Puntando, ad esempio, sul 4-2-3-1. In quel caso, per il «24», non ci sarebbe spazio.
 
												
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																							 
																							 
																							 
									 
									 
									 
									 
														 
														 
														
Di
Redazione LaViola.it