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Rassegna Stampa

Benassi e una Fiorentina rock. Firenze ritrova la passione

Una partita complicata, risolta dalla giocata dei due violazzurri Chiesa e Benassi. E Firenze torna ad accendersi.

È tutto maledettamente rock& roll. In 500 scortano la squadra dall’albergo allo stadio. Il Franchi è per 30.000 che urlano come quando il calcio non era schiavo delle tv, scrive La Repubblica. Una partita che sembra una gabbia senza uscita. Un paio di tiri, qualche lancio, il resto da dimenticare alla svelta, tra passaggi sbagliati ed entrate poco amichevoli dalle parti delle caviglie o giù di lì. Un mezzo strazio. Sembra. Forse perché Velazquez, giovanissimo tecnico dell’Udinese, nella B spagnola lottava per salvarsi. E allora che problema c’è: centrocampo pieno di gente che corre e picchia quando c’è da picchiare e poi un bel lancione per De Paul, che la palla la tratta coi guanti.

E la Fiorentina? Lì in mezzo a patire. I cinque centrocampisti arrivati da Udine fanno muro, Chiesa non morde, Simeone nemmeno. Una punizione di Eysseric (al lato) è l’unico momento che vibra dentro un confuso nulla. Poi però, a metà del secondo tempo, accade quello che solo la fantasia può far accadere. Chiesa si sveglia e trova un pallonetto che coglie sulla corsa l’inserimento di Marco Benassi. Il suo tiro è preciso, violento e bellissimo. Il tutto sotto gli occhi di Roberto Mancini, che lo ha appena convocato in azzurro. Il gol è una festa. Un party per 30.000 sull’orlo di un tramonto che abbaglia di arancione.

Pioli che corre verso il suo centrocampista. Se lo prende e lo stringe come fosse un figlio che non vede da una vita. Tutti impazziti. E la consapevolezza di voler continuare così, elettrizzati da dolori e ripartenze, dai bollori di una città coi suoi sogni sfiorati e le sue bizze che alla fine sono puro amore. Firenze non conosce le mezze misure.

In fondo la partita è tutta lì, in quel gol magnifico che avrà fatto felice anche il ct. Sui social si scherza e si va sul surreale: Benassi-Ronaldo 3-0. Il primo con una partita in meno, tra l’altro. Sì, per un fenomeno che non segna, c’è un centrocampista nato per correre che ha messo dentro tre palloni in due partite. È la felicità di un gruppo che ha visto in faccia troppe sfide impossibili. Ripartenze senza entusiasmo intorno, l’addio per sempre a un compagno che era amico e capitano vero. È chiaro perché Pioli è corso da Benassi scappando dalle regole del suo aplomb. In quel gol c’è tutto quello che serviva per fuggire a testa alta da un tramonto che poteva diventare una prigione. Serviva un colpo da fuoriclasse, quelli che a volte capitano anche a chi fuoriclasse non è. Perché ci crede, perché niente a questa Fiorentina fa paura. Un avversario tostissimo, il portiere che si fa male, lo spettacolo che non c’è. Poi basta un attimo, un assolo di chitarra, una rullata di batteria. Rock& Roll, appunto, come questa Fiorentina: giovane, ribelle, vera.

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