Sabato di fronte Belotti e Vlahovic: sfida del gol tra i due numeri nove. Un’estate simile tra quasi addii, quasi rinnovi e quasi passaggio del testimone
Dusan Vlahovic da una parte, Andrea Belotti dall’altra. Il nove sulla schiena non è l’unica cosa che li accomuna, soprattutto al quasi (parola, questa, che ricorrerà spesso) termine dell’estate che li vedrà di fronte, sabato sera, al Franchi in Fiorentina-Torino.
QUASI ADDII. Entrambi, infatti, sono stati al quasi passo d’addio. Più vicino, forse, quello del granata, rispetto a quello del serbo. Dinanzi all’offerta dell’Inter Belotti aveva già pronte le valigie, a differenza dell’attaccante della Fiorentina che, al di là di tanti rumors e ammiccamenti provenienti da Tottenham e Manchester City, ha ricevuto solamente la concreta offerta dell’Atletico Madrid, che era comunque non proprio in linea con le richieste del club viola.
QUASI PASSAGIO DEL TESTIMONE. Se fosse andata in porto la cessione di Vlahovic, che era stato accostato anche all’Inter stessa nei giorni della cessione di Lukaku, il nome di Belotti poteva essere quello giusto per il passaggio del testimone. I rapporti, tuttavia, tra le due proprietà non sono certo idilliaci. Da qui, col tira e molla sul rinnovo che ancora non ha conosciuto la sua parola fine, la candidatura di Belotti per la Fiorentina, che era già viva l’anno scorso e due anni fa, è andata via via scemando, con l’Inter che ha bruciato la concorrenza trovando l’intesa per il centravanti granata che però, in extremis, è rimasto al palo per lo sblocco dell’affare Correa-Inter. Quel passaggio di testimone tra Vlahovic e Belotti, dunque, non ci sarà neanche quest’estate. Chissà che non possa esserci la prossima, tuttavia. Perché il gallo, probabilmente, resterà in granata fino al termine del campionato andando, così, a regime di svincolo a fine stagione.
QUASI RINNOVI. Entrambi, oltre all’estate con la concreta possibilità di lasciare i rispettivi club, condividono anche il nodo del quasi rinnovo. Per nessuno dei due, infatti, è arrivata la firma sul nuovo contratto. Nel tira e molla col serbo, almeno, Commisso ha un anno in più di margine rispetto a Cairo. “Abbiamo offerto un rinnovo al giocatore che sarebbe il più costoso della storia viola”, ha detto pochi giorni fa Commisso riferendosi a Vlahovic. Discorsi simili a quelli che ha fatto Cairo sugli oltre 3,5 milioni di euro che ha offerto a Belotti per farlo rinnovare. La firma arriverà? Che arrivi o meno, la sensazione è che comunque Vlahovic sia destinato a rimanere ‘a tempo’ a Firenze. Aver rinunciato ai quasi 70 milioni di euro che sarebbero arrivati dall’Atletico è stata, comunque, una prova di forza da parte di Commisso. Così come lo era stata, a suo tempo, da parte di Cairo, che ha sempre detto no ad offerte importanti per Belotti (gli 80 milioni del Milan del 2017 sono un esempio). Col senno del poi, soprattutto se Belotti non dovesse rinnovare e andare via a parametro zero, potrebbe rivelarsi un errore. Elemento che anche la Fiorentina e Commisso hanno dovuto valutare, sia per l’oggi che per il domani.
Sabato sera, intanto, saranno di nuovo di fronte, sul campo, Vlahovic da una parte (che potrebbe diventare il più pagato della Fiorentina in caso di sì all’offerta di rinnovo), Belotti dall’altra (già lo è, ma lo sarebbe ancora di più in caso di prolungamento). Guardandosi indietro, neanche di troppo tempo, non era assolutamente scontato.

Di
Gianluca Bigiotti