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Belotti tra passato, presente e futuro: senza rancori, ma servono i gol per l’Europa

Un solo gol in sei presenze in viola, ma tanta carica agonistica e subito un ruolo da titolare conquistato con Italiano

Il passato prossimo dopo il passato remoto, la Roma dopo il Torino: in poco più di una settimana Andrea Belotti aggiunge una tappa fondamentale al proprio giro del cuore, con la seconda di due partite che non possono essere uguali alle altre per lui. E se a quella con i granata c’è ormai abituato insieme a tutto ciò che si porta dietro non solo nei ricordi belli, bellissimi, per i 113 gol segnati in sette anni ma anche nei rancori, stasera il “Gallo” scoprirà l’effetto di affrontare i giallorossi che più passato prossimo di così non possono essere, visto e considerato che con quei colori ha giocato fino a poco più di un mese fa. Quando poi ha scelto la Fiorentina, scrive Il Corriere dello Sport – Stadio.

OCCASIONE PER DUE. Senza rancori di alcuno in questo caso, intanto perché è stata una scelta semplice, quasi automatica, una volta che Belotti ha capito di poter avere a Firenze gli spazi che non avrebbe avuto a Roma per le parole chiare da una parte di De Rossi e dall’altra di Italiano, e così il Viola Park è diventato il punto d’arrivo naturale per il centravanti bergamasco. Soprattutto per la sua voglia di dimostrare di essere ancora utile, efficace e incisivo, se possibile essenziale, ben oltre le 68 partite e i 10 gol in due stagioni e mezza nella capitale. Ma la risalita della corsia nord dell’Autostrada del Sole fino al casello di Firenze Sud è stata col sorriso, perché accompagnato da pensieri sereni di ciò che stava lasciando e di ciò che stava andando a trovare. Ricordando poi che il passaggio dalla Roma alla Fiorentina è in prestito oneroso (750mila euro) e “secco”, il che significa che a giugno il “Gallo” torna intanto ad essere un calciatore di proprietà giallorossa.

CONTA IL PRESENTE. Ma dal 31 gennaio Belotti ha messo solo e soltanto la Fiorentina in cima a tutto, mezzo e insieme fine come occasione di riscatto professionale da non sprecare. E questo mese a tinte viola è stato discretamente buono, più per l’impatto che ha avuto sull’ambiente (Italiano gli riconosce tutte le volte di aver prodotto una ventata di entusiasmo e di carica agonistica quanto mai utile a un gruppo un po’ depresso per l’andamento sotto tono d’inizio anno) che dei risultati personali (6 partite con 1 gol e 1 assist in campionato, più il quarto d’ora giocato subentrando nel finale giovedì a Budapest). Ma era quello che serviva alla squadra viola: nuova energia e un nuovo punto di riferimento là davanti. Ed è esattamente quello che proverà a dare e ad essere Andrea Belotti stasera nella gara che può rimettere la Fiorentina in corsa per un posto nella Champions League 2024-25 oppure tagliarla fuori in maniera definitiva: perché se il passato (prossimo) e magari il futuro contano, il presente conta di più.

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