“Vogliamo comandare la partita” ha detto Allegri. “Per battere la Juve dobbiamo comandare il gioco, col possesso palla” ha risposto Sousa. La chiave tattica sembra essere questa a parole Fiorentina-Juventus. Eppure, le uniche squadre che hanno fatto bene contro la capolista e ormai lanciata verso il sesto scudetto di fila, sono riuscite a farlo mettendola su ritmo infernale e grande aggressività. Un esempio su tutte Genoa-Juventus. Aspettare per ripartire non sembra essere la strategia migliore insomma. Anche perché, se è vero che la Juve non sta certamente esaltando dal punto di vista della qualità del gioco, ha individualità in grado di fare bottino pieno da soli. Agonismo, cattiveria sportiva e dare il 150%. Un po’ come accaduto contro il Napoli prima della sosta. Ed esattamente il contrario, ad esempio, di quanto accaduto un girone fa allo Stadium quando più di una volta ad ogni ripartenza la soluzione più gettonata era il retropassaggio. Ma bastò una sfuriata bianconera per cadere al tappeto, dopo un primo tempo troppo molle dal punto di vista psicologico e dell’approccio.
Con gli attributi. Strappare punti alla corazzata Juve si può fare. Ma serve una gara da titani. In cui la presa decisione, per dirla alla Sousa, deve essere sempre perfetta ed in caso di sbavature rimediare prontamente anche con falli laddove serva. Negli ultimi tempi abbiamo assistito a gare senza cartellini gialli. Cosa inconcepibile per un Fiorentina-Juventus. Ma battere la Juve potrebbe portare alla svolta. Anzi a più svolte.
1) ridare entusiasmo ad una piazza che pare averlo smarrito da tempo. 2) Far riavvicinare tifo e squadra, ma anche tifo e società e tifo e allenatore. 3)Rimettere in carreggiata la classifica che con una vittoria anche a Pescara riporterebbe la Fiorentina in scia Europa. 4) Addolcire la possibile partenza di Kalinic sponda Cina o Premier 5)Scrivere una nuova pagina nell’album dei ricordi di questa gara particolare.
Ed anche far fare a Sousa i primi punti da allenatore contro la Juve dopo 3 ko in altrettante gare, così come dare una consapevolezza maggiore a chi fin qui ha sofferto particolarmente una annata non certo felicissima. Difficilissimo, tuttavia, battere la Juventus. Che fin qui però ha perso ben 3 gare tutte lontane da Torino con Genoa, Inter e Milan e spesso soffrendo o giocando male come a Palermo. Non impossibile, insomma. In un Franchi che viaggia verso le 35 mila presenze con tanto di coreografia, con un Borja ritrovato, così come Astori. Potrebbe essere l’ultima gara di Kalinic in maglia viola. Ma poco importa, almeno per le prossime 24 ore. Dimenticare tutto è il diktat per domenica sera. C’è la Juventus a Firenze, ed una missione ardua ma non impossibile. Poi da lunedì ci sarà tempo per tutto il resto. Sperando con un sorriso piuttosto che dopo una mazzata.
Di
Gianluca Bigiotti