Il Re Leone ha parlato dal palco allestito per la prima visione del docufilm sulla sua vita
Gabriel Omar Batistuta è a Firenze per la proiezione in anteprima di ‘El Numero Nueve‘, il docufilm sulla sua vita. Prima della proiezione, il Re Leone ha parlato così dal palco del Tuscany Hall: “Ci tenevo a far vedere qui il film per la prima volta. È un piacere per me essere qui, vedere tante persone che mi seguono ancora. Ma vi amo, lo dico ancora una volta. Con Irina ci siamo conosciuti da giovani, abbiamo iniziato a vivere insieme praticamente a Firenze. Siamo arrivati in due, siamo andati via in cinque”.
“Firenze è una città a portata di mano, ma come tutte le fidanzate ci sono cose buone e altre meno. Non è stato facile innamorarsi, capire i fiorentini, ma io ho sposato quella idea di essere unici. Anche se non eravamo tra le squadre di primo livello. Ce la giocavamo però contro tutti. La simbiosi con i tifosi è stata la mia benzina“.
UMILTÀ DA VENDERE. “Quando qualcuno paga per vederti, deve avere qualcosa in cambio. L’ho sempre pensata così. All’inizio l’ho fatto perché correvo dietro gli altri, poi quando prendevo i primi soldi è arrivata questa responsabilità. Lo facevo per crescere personalmente e per andare carico in campo, mi obbligavo a non sbagliare un passaggio o un gol perché la gente mi guardava. Bisogna essere umili, io lo sono stato fin dalla culla. C’è sempre gente che sa più di te”.
SU ANTOGNONI. “Quando sono arrivato conoscevo poco di Antognoni, solo che aveva visto un Mondiale. E come persona è anche meglio. Mi è sempre stato vicino, anche quando mi volevano mandare via”.
SUL DOCUFILM. “È un film di tutti i giocatori che arrivano a certi livelli. Tutti ci vedono li in campo, ma dietro ci sono storie anche difficili. Per i giovani non è facile lasciare casa o fare certe esperienze”.

Di
Redazione LaViola.it