Rassegna Stampa

Barone: “Serve tempo per superare lo choc ma bisogna ripartire nel sorriso di Davide”

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Come riporta il Corriere Fiorentino, ripartire. Sì, ma come? «Continuando a fare ciò che Davide amava, anche se serve tempo». Nel 2012 Simone Barone giocava nel Livorno. Era in panchina nella trasferta di Pescara, quella in cui Piermario Morosini si accasciò in campo, per poi morire poco dopo.

Anche Astori era stato suo compagno di squadra, due stagioni prima, nel Cagliari allenato da Massimiliano Allegri, presente al funerale del capitano della Fiorentina giovedì mattina nella Basilica di Santa Croce con un gruppo di giocatori della Juventus (Buffon, Chiellini, Barzagli, Rugani). Barone, che oggi guida l’under 16 bianconera, l’ultimo (speciale) saluto all’amico Davide lo ha dedicato il giorno prima, mercoledì, nella camera ardente. «Ha compiuto un percorso ed è diventato un uomo», ricorda l’ex campione del mondo di Germania 2006 tenendo il pensiero fisso sui giorni trascorsi a Cagliari (2009/10). «Per me conoscere Davide è stato un piacere, trasmetteva solarità. La sua scomparsa ha generato un vuoto enorme».

Stare vicino alla famiglia di Astori, rimarca Barone, è quanto mai fondamentale in giorni strazianti come questi. «Alla città di Firenze vanno i miei complimenti, perché in occasione dei funerali ci è riuscita appieno». Per una coincidenza stranamente beffarda, il capitano della Fiorentina e Piermario Morosini in comune avevano le origini bergamasche. «Ma anche la positività, sorridevano sempre. È così che li porto con me», confida. Non si sottrae dall’immedesimazione negli attuali compagni di squadra di Astori, esortandoli a «trovare la forza per lottare e andare avanti. Indossano la maglia di un club importante e devono proseguire ciò in cui Astori credeva». Mirko Pieri condivise con Barone il dolore per la morte di Morosini.

L’ex calciatore del Livorno oggi allena il Camaiore, in Promozione. Neppure lui era in campo quel 14 aprile 2012, colpa di un infortunio. Dettaglio che non ha attenuato il dolore dei giorni successivi. «Tutto cambia, niente è più prima. Si fatica a realizzare quanto accaduto, anche a distanza di tempo. E anche se si vuole a provare a dimenticare, l’angolo vuoto dello spogliatoio e le attenzioni dello stampa riportano il pensiero sulla tragedia». Pieri strinse un legame particolare con Morosini. Avevano giocato a Udine, proprio dove è morto Astori. «Il calcio è una questione di concentrazione. Bisogna comunque ripartire. Anche se è difficile».

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