Il direttore generale della Fiorentina Joe Barone non è riuscito ad arrivare al quorum dei voti per entrare nel Consiglio di Lega
Il primo tentativo non è andato a buon fine, ma non sarà l’ultimo, scrive il Corriere Fiorentino. Nel corso di due distinte votazioni avvenute ieri il direttore generale della Fiorentina Joe Barone non è riuscito ad arrivare al quorum dei voti per entrare nel Consiglio di Lega al posto dell’uscente vicepresidente dell’Udinese Stefano Campoccia.
RESISTENZE E COALIZIONI. Barone era l’unico candidato visto che il suo concorrente, il presidente del Verona Maurizio Setti per il momento si è messo da parte, ma le otto preferenze raccolte non sono state sufficienti. Un esito che non ha sorpreso più di tanto la società viola, consapevole delle resistenze al cambiamento che da tempo contraddistinguono le logiche del calcio. Di certo all’interno della Lega Serie A persistono equilibri consolidati da tempo, e non è da escludere che nel fronte che non ha votato Barone ci siano società più vicine all’asse con il presidente della Lazio Claudio Lotito.
SECONDA CHANCE. All’interno di rapporti che la Fiorentina ha coltivato con attenzione negli ultimi mesi (lo stesso presidente del Torino Urbano Cairo è tra coloro i quali hanno accordato la propria preferenza al dirigente viola) sembrano altre le divisioni che al momento allontanano l’ipotesi di un ingresso viola in Lega, ed è probabilmente la coalizione capitanata da Lotito quella che avrebbe per il momento consigliato a Setti di rimandare la candidatura. In autunno infatti sono previsti altri cambiamenti, anche all’interno del consiglio, e in tal senso non è da escludere che Barone possa nuovamente proporre la propria candidatura.
Di
Redazione LaViola.it