Alcune parole del dg della Fiorentina in una lunga intervista a La Repubblica: “Un tipo di calcio alla Zeman, o come il Lipsia. Gattuso…”
Intervista a La Repubblica per il dg Joe Barone. Queste alcune sue parole: «I primi due anni sono stati complicati, eravamo nuovi in questo mondo e dovevamo capire le logiche soprattutto politiche». Nel club pochi esperti di calcio? «Non è vero, qui ci sono persone che ci lavorano da una vita. Pensate al ds Pradè, al dt Burdisso, al direttore del settore giovanile Angeloni».
ITALIANO. «La società lavorava da tempo in quella direzione, alla ricerca di un calcio che fosse propositivo e sportivamente parlando aggressivo. Pressing alto, ricerca del palleggio. Italiano è il profilo che cercavamo e la squadra si è messa a completa disposizione del tecnico. Guardate Quarta, Igor, Duncan, Callejon, Saponara: erano davvero così scarsi un anno fa? Pensateli adesso e capirete che poi alcuni giudizi non erano proprio esatti. Italiano mi piace tantissimo. Lo seguivo dai tempi del Trapani. Poi allo Spezia. Gioca alto, pressa, propone. Un tipo di calcio alla Zeman, oppure come il Lipsia. Esattamente quello che cercavamo come profilo. Lui in estate ha guardato la rosa e ci ha detto: “Ok, prima voglio vedere cosa riesco a fare con questi giocatori”. I risultati sono evidenti. A Vincenzo dico di rimanere sé stesso, sia come persona che come sistema di gioco che non si deve snaturare. È la forza di questa Fiorentina».
GATTUSO. «Ha lasciato all’inizio dell’estate, il calciomercato non era neanche partito. Si commenta da solo».
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Redazione LaViola.it