Il trequartista ha segnato in Under 21, ma è tornato con una caviglia malconcia. La Fiorentina lo segue, lunedì avversario
Tommaso Baldanzi non è un fuoriclasse. Fuoriclasse è Jude Bellingham e la differenza è apparsa evidente anche nella settimana delle nazionali. Baldanzi ha segnato un gol molto bello e piazzato un assist della stessa qualità con la Under 21 al Druso di Bolzano, davanti a 5.500 spettatori e di fronte alla Norvegia; Bellingham ha dominato la scena con l’Inghilterra a Wembley, davanti a 85.000 spettatori e di fronte all’Italia. Uno gioca nell’Empoli, l’altro nel Real Madrid. In comune hanno l’età: sono nati tutt’e due nel 2003. Così scrive Il Corriere dello Sport – Stadio.
UN 10. Baldanzi è l’unico vero 10 italiano del nostro campionato ed è pure il giocatore che, secondo alcuni, la Fiorentina ha messo nel mirino e che ora teme più dei suoi compagni nel derby di lunedì prossimo. Dalla partita con la Under 21 è tornato con una caviglia malconcia ma l’infortunio non dovrebbe impedirgli di giocare, dall’inizio o a gara in corso, al Franchi. Per il livello attuale della Serie A è un giocatore che ruba l’occhio e che fa immaginare una crescita sostanziosa. E’ tecnica allo stato puro, è qualità di prima fascia, condita di fantasia e creatività. Non è un gigante, ma non lo erano nemmeno i suoi predecessori, quelli che portavano e onoravano il 10 negli anni in cui la fantasia non era stata ancora imbottigliata dal 4-4-2 sacchista. Non è un giocatore da un tocco e via, appartiene a un’altra categoria. Quando Sacchi, nel Mondiale americano, richiamò la squadra perché non tutti giocavano a uno-due tocchi, Baggio gli chiese come avrebbe fatto a saltare l’uomo toccando la palla appena un paio di volte. Basta vedere il gol segnato nella Under per capire che Baldanzi appartiene a quello stesso partito, seppure in una posizione ovviamente inferiore.
BELLEZZA DEL CALCIO. Per l’Empoli è la principale risorsa, è l’unico giocatore in grado di trascinare la squadra verso una difficile salvezza. Nella stagione scorsa ha fatto il trequartista puro, la seconda punta e il secondo trequartista, ma in ogni posizione è sempre stato un giocatore determinante. In campo non inventa mai niente che non abbia come fine il gol, non si fa bello, non si specchia, non ha la giocata per sé ma per la squadra. Se pensiamo ai moduli adottati dalle grandi squadre, ai 3-5-2 di Inter e Juve, ai 4-3-3 di Milan, Napoli, Fiorentina e Lazio, viene difficile immaginare la collocazione ideale per questo ragazzo di fantastiche prospettive. Ci vuole un tecnico “amatore” della fantasia, che abbia a cura la bellezza del calcio. Perché Baldanzi, già adesso, lo rende bello davvero, ma fra un po’ di tempo ancora di più.

Di
Redazione LaViola.it