Le dichiarazioni dell’ex attaccante viola sul momento della squadra di Palladino
L’ex attaccante della Fiorentina, Ciccio Baiano ha parlato a Il Tirreno: “E’ un cambiamento difficile da spiegare. E complicato passare da una squadra brillante, come quella che al Franchi ha messo alle corde l’Inter, a una controfigura come accaduto contro Como e Verona. Sarebbe troppo facile dire che i nerazzurri, nel recupero della partita sospesa per il malore di Bove, sono rimasti negli spogliatoi. Quella sera, la Fiorentina tece tutto benis simo. Fatico a capire cosa stia succedendo anche perché il mercato invernale fatto dalla società l’ho ritenuto lungimirante e attento”.
MANCA UN VICE KEAN. “Vero, ma vi faccio una domanda. Qual è l’attaccante che, in gennaio, accetta di muoversi per venire a fare il sostituto di un titolare? Si sarebbe potuto aggiungere un gregario, ma certamente non uno capace di fare la differenza. Una società che vuole crescere punta alla qualità, non alla quantità. Senza Moise in campo è sempre stato più complicato ma costruendo una mole di gioco offensivo maggiore chiunque potrà farsi ariete”.
GIOCATORI FUORI RUOLO. “A Firenze, si sono incartati tanti allenatori, non è semplice guidare la Fiorentina. Ma il “problema” non può essere sempre il tecnico: in campo non ci va lui. chei diversi interpreti devono essere impiegati in quel fazzoletto di campo dove, con le proprie caratteristiche, possono fare la differenza, ma a volte serve anche fantasia. C’è bisogno di osare e sperare che si indovini la giornata giusta. Penso sempre alle parole di Guardiola: è il tecnico che ha rivoluzionato di più le sue squadre, ma ha sempre detto di aver vinto tanto per lo spessore dei suoi interpreti, non solo per le sue idee. L’unico “miracolo” vero è stato quello del Leicester di Ranieri, ma di casi come quello ne capitano uno ogni 100 anni. Non è un dettaglio se i due allenatori che sono finiti nel mirino della critica dei tifosi siano Palladino da una parte e Thiago Motta dall’altra, due giovani che si stanno facendo largo”.
USCIRE DALLA CRISI. “C’è da fare uno switch, perché, se guardi la classifica, nulla è compromesso. Serve non esser titubanti, bisogna rimettere le idee al centro. Fagioli, per esempio, è uno di quelli che di idee può dartene tante. È un elemento di qualità, capace di inventarsi gioco: la chiave di volta di una squadra nel calcio arriva sempre dal centro. La società ha allestito un gruppo competitivo, per altro con tanti italiani: è un merito. Servirebbe una guida, un leader di quelli capaci di dire poche parole, ma pesanti. De Gea? Per curriculum può esserlo, ma serve qualcuno in mezzo al campo in grado di intessere le trame di gioco”.
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Redazione LaViola.it