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Baggio e Berti: dal gran rifiuto ai fischi. Ora tocca a Berna

Roberto Baggio

Due giovani di belle speranze, attorno ai quali si era avviluppata la speranza di una tifoseria e di una città di poter lottare contro le grandi, sognando di ricostruire una Fiorentina vincente. Da «Senza Roberto non mi diverto», inteso come Baggio, passando al «Dove andremo senza Nicola?», al secolo Berti. La prima scritta rimase a lungo lì, sulle pareti di ferro della passerella sopra la stagione del Campo di Marte, lasciata invecchiare dalla ruggine. La seconda frase, invece, vergata di spray rossa sui muri dell’allora ‘Comunale’ abbe rapida risposta: «In Uefa». Così scrive La Nazione.

Berti andò all’Inter (era il 1988), vincendo lo scudetto. Tre anni dopo toccò a Baggio lasciare Firenze e andare alla Juventus di Maifredi, fallendo il tricolore e l’ingresso in Uefa. Era il 6 aprile 1991. Diversi furono anche i ritorni da ex. Quello del ‘Divin Codino’ si trasformò in un lungo abbraccio della sua città, culminato con il rifiuto di calciare il rigore – fallito poi da De Agostini – e quell’uscita dal campo dopo aver raccolto una sciarpa viola lanciata dalla tribuna, con gli applausi della Fiesole. A Berti, invece, fu riservato un trattamento diverso il 12 febbraio 1989: fischi e ululati fino a quando Trapattoni lo tolse al 30’ del primo tempo.

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