Abbiamo cercato tante chiavi di lettura per commentare questa stagione della Fiorentina, soprattutto nei momenti in cui le cose non andavano bene: abbiamo approfondito nella prima parte dell’anno la prevedibilità, la difficoltà nel fare gol, nel creare occasioni invocando le due punte Babacar–Kalinic, sconfessando il modulo dello scorso anno, cercando soluzioni.
Poi, quando l’attacco ha iniziato a segnare(per la cronaca 23 gol nelle ultime 10 gare), ci siamo interessati alla fase difensiva, alle reti subite, agli approcci sbagliate o alle occasioni concesse, senza dimenticarci che comunque la linea Tomovic–Gonzalo–Astori–Milic (giusto per citare quelli con più presenti) è una delle retroguardie meno battute.
A dir la verità, però, come recita un proverbio assai diffuso la verità sta sempre nel mezzo. In questo caso nel centrocampo, nel reparto chiave del calcio che, per quanto ce lo vogliono far passare per complesso, in realtà è un giochino semplice semplice. E così ieri sera, nel freddo dell’Azerbaigian, la conferma del proverbio l’abbiamo avuta dalla prova di Vecino e Badelj, tornati a giocare a alti livelli tutti e due come non si vedeva da tempo, complice gli acciacchi fisici del primo e le turbolenze, forse, di mercato del secondo.
Due mediani che si integrano alla perfezione; di gamba, di spinta, di grande abilità nel chiudere e nel proporsi l’uruguaiano, di posizione, di lettura del gioco, di costruzione e di velocità di manovra il secondo. Vecino ha impreziosito una grande prestazione con un gol, un po’ fortunato vista la carambola, ma cercato con una gran percussione, dopo che nella passata stagione le uniche gioie erano arrivate nell’inutile sfida alla Lazio dell’ultima giornata. Badelj ha diretto le due fasi di possesso e di non possesso, cercando di dare ampiezza e profondità, giocando a pochi tocchi, ma con velocità di pensiero.
Non a caso nella passata stagione l’avvio da sogno e i primi mesi da Capolista erano anche frutto del gran momento dei due centrocampisti, mentre la discesa della Fiorentina nel gioco partì dall’infortunio di Badelj con la Lazio. Adesso Sousa si affida nuovamente alla sua coppia, per trovare quella definitiva continuità e quella risalita in classifica che le sfide prima di Natale richiedono.
Di
Duccio Mazzoni