Chance ieri per il croato a Udine, ma il centrocampista ha ripagato con una prova molto confusionaria. E una ghiotta opportunità fallita nel finale.
Era una ghiotta occasione, ieri, per Milan Badelj. Titolare in campionato per la 2° volta con Iachini, dopo i 44 minuti di Genova dove, contro la Samp, fu espulso per doppia ammonizione. In mezzo al campo per dare ordine, geometrie, un po’ più di fluidità al gioco rispetto ad un Pulgar più bravo ad interrompere le azioni altrui che a costruire. Ma con gli 88′ di ieri non si può certo parlare di chance sfruttata per il croato.
PASSAGGI SBAGLIATI. Anzi, una vera opportunità sprecata. Così come a vuoto sono andati diversi suoi passaggi, alcuni dei quali hanno anche rischiato di portare l’Udinese al gol. Come quel pallone perso ad inizio ripresa, con De Paul che poi non ha concretizzato. I numeri complessivi aiutano a capire la prova di Badelj: 68 palloni giocati, 44 passaggi riusciti, secondo i dati della Lega. Con 7 recuperi difensivi. Dati che certificano la difficoltà nel dare continuità di gioco alla squadra, lui che era stato scelto da Iachini proprio come ‘organizzatore’ della manovra in una partita che si preannunciava fisica e bloccata. Come poi si è rivelata.
CORSA. Tanti duelli, ritmi lenti e un centrocampo spesso in sofferenza. Non solo Badelj, anche Duncan e Castrovilli non hanno vissuto a Udine la loro giornata migliore. Appena 32 palloni toccati dall’ex Cremonese, con 21 passaggi riusciti; 58 quelli giocati dal ghanese ex Sassuolo (36 quelli a buon fine). Il croato, specie nel primo tempo, ha provato più volte anche a spostare il suo raggio di azione per cercare palloni giocabili, ma non sempre è riuscito a trovare la scelta giusta, e più volte è stato messo in mezzo dal pressing dei bianconeri. Secondo i dati della Lega, Badelj è stato il 3° dei viola per chilometri percorsi (10,574), dietro a Castrovilli e Vlahovic. E con una velocità media in ‘run’ di 7,3 km/h (il migliore insieme a Castrovilli, Cutrone e Vlahovic). Ma nel breve non è sempre stato brillante. Anzi.
DUE OCCASIONI. E nella ripresa, dopo il bel break in zona offensiva e l’assist perfetto per Duncan (che il ghanese si è letteralmente ‘mangiato’ con un controllo inefficace), Badelj in proiezione avanzata ha avuto pure l’occasione di segnare, ma sul contropiede orchestrato da Vlahovic e Cutrone ha tentato vanamente un ulteriore passaggio nel cuore dell’area, anziché calciare in porta. Una caratteristica, quella del passaggio forzato anche in ottima posizione, che il croato ha fatto vedere più volte in questi anni. Ma da lì, in quella fase della partita, bisognava concludere e basta. E anche i calci piazzati, infine, hanno lasciato a desiderare: un paio di schemi tentati, risultati però inconcludenti.
Ne resta insomma un’occasione sprecata. Nel ballottaggio con Pulgar che è scattato da quando è arrivato Iachini, Badelj ha fatto probabilmente ieri un passo indietro. Una prova che non giocherà a suo favore nelle riflessioni della società sul suo futuro. “Badelj è il mio acquisto più importante“, disse Pradè in estate. Sette mesi più tardi il croato, benché con un ruolo di leader nello spogliatoio, non sembra proprio così determinante in campo. Ventuno presenze e 1520′ complessivi, ma solo un paio di prove oltre la sufficienza. È tornato in viola in prestito oneroso da 700 mila euro, a fine stagione la Fiorentina dovrà decidere se riscattarlo dalla Lazio per circa 4 milioni. Visto anche l’arrivo in estate di Amrabat, la conferma di Badelj è forse un po’ più complicata.
Di
Marco Pecorini