Ad inizio stagione era difficile ipotizzare che potessero giocare insieme. Montella ha trovato l’equilibrio giusto, adesso sono entrambi intoccabili
L’irruenza e l’autocontrollo, il ritmo elevato e il ragionamento estremo. Erick Pulgar e Milan Badelj appartengono a due mondi calcistici diversi. Diversi ma complementari, per adesso anche sovrapponibili. Percorrono strade diverse, ma mirano allo stesso obiettivo: il gioco geometrico, scrive stamani Il Corriere Fiorentino che troviamo in edicola.
Vincenzo Montella ha a disposizione due dei migliori registi del campionato italiano, li stima così tanto che ha scelto di farli convivere piuttosto che penalizzarne uno. Ad oggi la vera è propria mente della squadra è Badelj, mentre Pulgar funziona da braccio. Pur partendo defilato, aiuta il compagno nella fase di impostazione del gioco. Non solo, quando il croato esce dal campo è lui a prendere il suo posto davanti alla difesa. Per adesso però l’ex Bologna sta facendo molto lavoro di recupero palla e di sostegno in pressing. I numeri parlano chiaro: nella classifica dei chilometri medi percorsi per partita dai giocatori di Serie A, Pulgar è sesto. Per ogni partita si muove in lungo e largo per circa 11.634 metri. Nella prima parte di campionato ha recuperato cinquantadue palloni.
Badelj, invece, li arpionati dai piedi degli avversari cinque volte in più: è la riprova del fatto che i compiti se li dividono e se li scambiano. Mentre il croato nella maggior parte dei casi riceve il pallone dalla difesa e lo smista sulle fasce o in avanti, il compagno che parte qualche metro più avanti è decisivo anche quando deve mettere altri giocatori nelle condizioni di calciare in porta. Nelle prime partite ha già realizzato sei passaggi chiave, nessuno in squadra ne ha prodotti altrettanti. (…)
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Redazione LaViola.it