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Badelj Capitan coraggio: il croato si è preso oneri e onori che erano di Astori

Come riporta il Corriere Fiorentino, la fascia di Astori tra le mani, le lacrime agli occhi e le mani alzate per salutare la curva Fiesole. Il nuovo capitano della Fiorentina ha il cuore tenero e le spalle larghe. Dopo la morte dell’amico-capitano, davanti a compagni, società e tifosi, Badelj si è preso oneri e onori. E senza pensarci un minuto di più.

Lo ha fatto per Davide innanzi tutto, il suo punto di riferimento, la «luce» che ha ispirato quella splendida dichiarazione d’amore letta durante i funerali in Santa Croce. Domenica, come tutta la squadra, il croato ha giocato con la morte nel cuore, e nel secondo tempo non aveva più energia. Ma ha resistito, crollando in un pianto disperato solo al triplice fischio finale. «Tanto c’è Davide», dicevano alla Fiorentina. «Tanto c’è Davide», ha ricordato Milan giovedì scorso. Ora che Davide non c’è più, il croato l’ha quasi sentito come un obbligo: tocca a me sostituirlo, tocca a me ereditare il suo esempio. E non per prendere il posto del capitano, ma per onorare la sua memoria portando avanti il suo credo.

E così Milan, giovedì pomeriggio è entrato in sede e si è messo a scegliere le foto migliori di Davide: voleva creare le maglie celebrative, i poster, le foto ricordo. Voleva che tutto fosse perfetto nella domenica che sarebbe dovuta passare alla storia per il tributo ad Astori. Così è stato, perché quella maglietta salutata da Vitor Hugo sull’attenti, ha fatto il giro del mondo.

Non basta però, perché nel frattempo Milan aveva guidato il gruppo con quella rosa bianca in mano, nella commovente camminata verso il muro di sciarpe dove appendere le maglie con il numero 13. Ma soprattutto aveva accettato di indossare la fascia e diventare capitano. Prima della partita con il Benevento, c’era da onorare il contratto con le pay-tv. Serviva un giocatore che parlasse davanti alle telecamere: «Tranquilli ci penso io», ha detto subito Milan. Un piccolo gesto che i compagni (già scossi e quasi impauriti per le mille emozioni di una domenica comunque indimenticabile) hanno apprezzato. Per Pioli d’altra parte non c’erano mai stati dubbi: il croato, per lui, è un punto di riferimento costante.

In campo Badelj è il faro della squadra, mentre fuori, lui e Davide sono sempre stati i leader da consultare, a cui affidarsi nei momenti più difficili e utilissimi anche per far crescere i tanti giovani arrivati quest’anno. A proposito di fasce, Astori quest’anno ne stava usando tre: una, Badelj, vorrebbe donarla alla famiglia di Davide, l’altra se l’è portata a casa come ricordo di un amico scomparso. La terza, quella coi 4 Colori di Firenze, l’ha indossata domenica scorsa e l’ha mostrata ai tifosi a fine partita.

Dolore e orgoglio, Milan non è solo un giocatore dai piedi buoni e dal cervello fine. In questa Fiorentina Milan è molto di più, soprattutto adesso che Astori è morto. Come l’amico scomparso, il croato ha cultura, intelligenza e quel «dono della lingua universale del cuore» (sono parole che lui stesso ha usato per ricordare Astori) che aveva reso speciale il capitano.

A giugno, visto il contratto in scadenza, probabilmente, andrà via. O forse sceglierà con il cuore e resterà lì, con la fascia al braccio, per Davide e la sua Fiorentina. Finché ci sarà però sarà giusto considerarlo il faro viola, in tutto e per tutto. Con Davide, purtroppo, non sempre è stato così.

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