Primo tempo molto buono, a tratti il miglior Badelj della stagione. La ripresa in picchiata di rendimento, con passaggi a vuoto e calo fisico-mentale. E poi quei fischi, al momento del cambio con Sanchez. Che pesano, pesano eccome. Milan Badelj riparte verso la Croazia con mezzo piede lontano da Firenze. Sia per il rapporto con i tifosi, sia per le solite vicende contrattuali.
E con il mercato di gennaio che si avvicina, le voci sul suo conto sono destinate ad aumentare. Così come il pressing del Milan e di Montella. Che a breve potrebbe avere anche una ventata di soldi cash per il mercato invernale. Soprattutto, c’è la voglia (di Badelj) di ambire a club più prestigiosi. Una condizione palesata a più riprese negli ultimi mesi dal suo agente, e mai smentita dal croato. Anzi. Con il centrocampista che, sul campo, ha alternato qualche alto a molti bassi. Non riuscendo a trascinare la Fiorentina, come invece aveva fatto un anno fa di questi tempi.
E Firenze, che storicamente è passionale e mal gradisce i tradimenti, e i mal di pancia, ha riposto con i fischi. Per un giocatore già ‘beccato’ dai tifosi al primo anno in viola, poi rilanciato con Sousa verso alte prestazioni. In questi primi due mesi stagionali invece, dopo la turbolenta estate a livello di mercato, tanti passaggi a vuoto. Con diverse partite giocate al di sotto dei livelli standard.
Il tutto con una situazione contrattuale complicata. La voglia di non rinnovare il contratto, di liberarsi a gennaio o a giugno verso altre maglie. Quella del Milan, la preferita. Per chi comunque ambisce a giocare la Champions, desiderio sempre palesato. Il contratto di Badelj scadrà a giugno 2018, senza rinnovo il rischio serio è di perderlo a zero. Ecco perché, tra qualche settimana, è tutto fuorché utopistico pensare ad una cessione di Badelj. Che rispetto all’estate ha perso il ruolo di imprescindibile nello scacchiere di Sousa. Visto l’impatto di Sanchez e la crescita di Cristoforo, ma anche un Borja Valero tornato qualche metro più indietro in mezzo al campo. Ora la sosta, con Badelj che torna a difendere i colori della sua Croazia. Ma quei fischi del Franchi fanno male. E sanno quasi di addio.
Di
Marco Pecorini