Rassegna Stampa
Babacar, le ‘potenzialità illimitate’ di una scommessa rimasta a metà
Se ne va Baba insieme al sospetto – calcisticamente un incubo – che altrove abbandoni la sua condizione irrisolta da mezza star per vendemmiare gol, magari a grappoli. Attività che a Firenze gli è riuscita in cinque campionati solo part time: 99 presenze e 27 timbri, le reti sono parecchie in rapporto ai minuti giocati (432 in questo campionato, molte partite parziali anche negli altri). Ci ha scommesso il Sassuolo. Sembra un posto ideale per Baba, che probabilmente è rimasto avvolto nelle grandi aspettative fiorentine e alla distanza si è abbattuto per la mezza fiducia ricevuta, nell’ordine, da quattro allenatori: Mihajlovic, Montella, Sousa e Pioli.
Difficile maturare autostima. Lui ci ha messo del suo, dimostrando di essere più letale entrando a partita in corso e non dall’inizio con la maglia da titolare, ma deve essere davvero difficile per un attaccante non sentirsi addosso la fiducia dell’allenatore. Le accuse di indolenza lo hanno accompagnato spesso, certo faceva effetto vederlo impegnato in azioni di pattugliamento contrarie alle proprie caratteristiche – Sousa gli chiedeva il pressing sui difensori e addirittura sul portiere – perché Baba principalmente ha un dono: è uno che in area la butta dentro. Ma deve essere abbastanza lucido per riuscirci, l’esplosività raramente si sposa alla generosità a tutto campo.