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Babacar e Zarate: due occasioni, ma anche due misteri

Nella speranza, convinzione, che l’infortunio di Nikola Kalinic sia di poco conto e che l’allarme possa rientrare per la gara con l’Empoli, la Fiorentina deve interrogarsi sulle condizioni fisiche-psicologiche del suo parco attaccanti. E’ vero che in trasferta i viola, in fatto di gol, non sono andati affatto male, ma se il centravanti croato dovesse dare forfait allora la situazione di complicherebbe di molto.

Torna Baba? Iniziamo dalla situazione di Khouma Babacar. Il senegalese, dopo aver alternato alcune prestazioni discrete ad altre assolutamente impalpabili, di fatto ha preso una deriva che porta senza incertezza verso il lato peggiore del rendimento. Non aiuta, non segna ed infatti, progressivamente, Sousa lo ha portato verso la panchina. A sua discolpa l’indiscutibile consapevolezza che il senegalese nella versione doppio centravanti pare a disagio. Ha difficoltà nel dialogo ristretto con Kalinic e, peggio ancora, se deve essere lui ad arretrare per accorciare la squadra, sbuffa e finisce per attestarsi in una posizione decisamente improduttiva. Forse il ragazzo cresciuto nel settore giovanile della Fiorentina riesce a dare il meglio solo da prima e unica punta. Che possa essere la sua nuova occasione? Lui centravanti con una squadra a disposizione? Babacar in altre occasioni ha mostrato di gradire il peso totale del gioco d’attacco, magari con i due esterni che lo incrociano con cross dal fondo. Certo è che questa, se mai davvero gli fosse concessa, potrebbe essere l’occasione da non perdere perché in caso contrario Sousa potrebbe farsi convinto in maniera quasi perentoria che Babacar abbia dei limiti difficilmente superabili. E, al contrario di quanto accaduto in estate, potrebbe essere lo stesso giocatore stavolta a farsi avanti per provare ad essere protagonista altrove. Dunque questa sosta sarà decisiva per il presente e una parte del futuro del senegalese.

Torna Zarate? Grande interrogativo di questi giorni: perché Zarate è praticamente scomparso? Motivi tattici e tecnici, ha più o meno spiegato Sousa. Con una frase sibillina Paulo si è limitato a un: «Mando in campo la squadra con la quale penso di vincere…». Vista l’incertezza della lettura ci rifiutiamo di dare un’interpretazione. Così come pensiamo non sia corrispondente al vero (fino a prova contraria) che  l’assenza di Zarate sia di natura disciplinare. Si dice che l’attaccante sarebbe partito, nelle scorse settimane, per l’Argentina senza autorizzazione, per essere presente all’intervento chirurgico della moglie, impegnata in una partita ben più grande, quella della lotta contro un tumore al seno. Cosa questa vicenda anche possibile, ma reputiamo non credibile che possa essere questo il motivo del suo essere finito fuori dall’orbita della squadra. Se pure avesse… disubbidito al massimo sarebbe stato multato. Zarate, approfittando dei giorni di riposo concessi al gruppo dei “non-nazionali”, è partito in queste ore per raggiungere i suoi cari e tornerà, ha assicurato, per tempo. C’è altro? Uno scadimento di forma? Possibile, anche se il calciatore, a chi ha avuto la fortuna di un breve incontro, ha assicurato di essere al top. Allora? Torniamo quindi alle dichiarazione di Sousa: Zarate è un grande “anarchico” e probabilmente il tecnico ha scelto la squadra piuttosto che le qualità individuali. Ma questo potrebbe passare in secondo piano qualora dovesse mancare Kalinic? La sosta sarà utile anche per questo: sia come sia, c’è bisogno di attaccanti e di gol per cercare di risalire in una classifica che continua a essere maledettamente pigra. Bernardeschi, ha già segnato un gol in più di quelli fatti nelle due precedenti stagioni in Serie A (oggi siamo a 4 solo in Serie A) ma da solo lui non basta. Serve una task force del gol: per la Fiorentina e, soprattutto, per Firenze.

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