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Babacar e la legge dell’ex. Ma in porta c’è un Drago
Il primo ha aspettato per anni il suo momento. Il secondo aspetta da meno tempo, ma ha fretta. Babacar contro Dragowski, passato contro presente e, chissà, nel caso del portiere anche futuro della Fiorentina. Così scrive La Gazzetta dello Sport. Fino a gennaio giocavano insieme: o meglio, si allenavano insieme. Perché il titolare Babacar lo ha fatto poco e Dragowski mai. Oggi invece si ritroveranno contro, da protagonisti. Per scelta (Baba) o circostanza (Drago).
Babacar è un figlio di Firenze, Corvino è come un padre per Baba. Il problema erano semmai gli allenatori. Arrivò a Firenze nel 2007 iniziando dagli Allievi. Doveva andare all’Inter, non se ne fece niente. Dopo il settore giovanile le porte della prima squadra. «Ha un potenziale illimitato», disse di lui Prandelli. A Firenze prima con Montella, poi Sousa, infine Pioli: nessuno ha visto però in lui il «9» titolare. E così a gennaio ha mollato. Dopo 27 gol in A con la Viola, va al Sassuolo.
Anche Drago è un prodotto di Corvino. Che nel polacco (classe ’97) crede ciecamente. Nel giugno del 2016 lo ha portato a Firenze per 2,5 milioni. Istinto e forza fisica, tecnica da affinare. Qualche gara in coppa, una da titolare nello scorso campionato, una (con la Lazio) in questo a partita in corso. Non certo da ricordare. Oggi la rivincita.
