E’ uno dei leader storici dello spogliatoio, quattro anni e mezzo in viola e una fiorentinità entrata nell’anima. Eppure, in questa stagione di alti e bassi, sul banco degli ‘imputati’ (e degli spesso criticati) ci è finito pure lui, Borja Valero. Prestazioni in effetti non sempre incisive, una condizione fisica e una brillantezza che magari non sarà quella dei bei tempi, ed un ruolo tattico che non esalta le sue (grandi) qualità palleggio evidenziando anzi qualche limite. Quelli che lo stesso spagnolo ha sempre ammesso: assenza di un gran tiro, di corsa da sprinter, di colpo di testa da gigante. Fattori che sono venuti fuori in una squadra che fatica a trovare continuità, di gioco e di risultati.
Per Borja Valero l’arrivo di Sousa aveva significato una rinascita, nella passata stagione. Poi la decisione di legarsi ‘a vita’ a Firenze, le proposte rifiutate dalla Roma e non solo (a gennaio anche il no deciso alla Cina). Ma anche le difficoltà del campo, per uno che comunque sia, al di là delle (ridotte) doti muscolari e di interditore, la grinta e la voglia ce l’ha sempre messa.
Uno spagnolo sempre più fiorentino, un legame viscerale anche con la famiglia che lo lega a Firenze. In tanti lo chiamano ‘il sindaco’. Ed è uno di quelli che, sarà anche per l’età e per gli anni di permanenza in viola, sente particolarmente la voglia di vincere un trofeo. Ed anche di ‘regalare’ un trofeo alla città, una grande gioia che manca da anni. “Io dò sempre il massimo, ma vorrei vincere qualcosa in viola. Per Firenze e per i tifosi”, ha ripetuto spesso Borja, in questi anni. Sentimento che è aumentato, col passare degli anni e specie quando la Fiorentina è andata vicina a grandi obiettivi. Le semifinali e finale di coppa Italia ed Europa League, il primato a metà anno la scorsa stagione.
Adesso i viola vivono un’altra situazione particolare: fuori dalla coppa Italia, zona Europa lontanissima in campionato. E il percorso in Europa League che diventa vera ancora di salvataggio. Vero obiettivo, tana di speranze e sogni di gloria. Specie per chi sente in maniera viscerale questa voglia di vincere qualcosa.
Borja Valero domani con il Borussia Monchengladbach toccherà quota 200 partite con la maglia viola (16 gol e 37 assist fin qui). Mica roba da poco, vuol dire entrare nella top 40 della storia della Fiorentina di tutti i tempi. Lo spagnolo aggancerà Claudio Desolati, Anselmo Robbiati e Gianfranco Petris: tre che con le loro 200 presenze hanno vinto in viola coppe Italia e Coppa delle Coppe. Nel mirino ci saranno poi Chiarugi (202), Pizziolo (203), Cois (208), Di Livio-Carobbi (210) e magari Magli (212) e Gratton (215). Gente che ha vinto scudetti, coppe Italia, supercoppe e trofei europei.
Borja toccherà quota 200: simbolo di una squadra che vive di alti e bassi, ma che ripone nell’Europa i residui (quanto complicatissimi) sogni di gloria.
Di
Marco Pecorini