Le dichiarazioni dell’avvocato del tifoso che ha indossato la maglia del Liverpool durante Fiorentina-Juventus
Dopo il Daspo di 2 anni per aver indossato la maglia del Liverpool in occasione di Fiorentina-Juventus, l’avvocato Mattia Alfano ha parlato in conferenza stampa per spiegare la situazione del suo assistito, Valentino Nerbini:
“Il primo dato di fatto è che Valentino, oltre ad essere un collega che tutti noi del foro di Firenze conosciamo, in questo momento non è presente perché è dovuto fuggire all’estero perché la sua vicenda e il suo volto sono circolati su Internet ben prima del provvedimento che ancora lui non ha ricevuto. Il suo nome è circolato e da questo weekend è stato protagonista di una vera tempesta mediatica sui social e sui numeri di telefono da parte di tifosi o pseudo che da tutta Italia lo stanno minacciando di morte. Si parla di una persona facilmente individuabile perché sappiamo tutti dove è il suo studio e dove abita. La notizia del Daspo e che fosse lui a riceverlo è circolata ben prima che lui potesse sapere di poter essere raggiunto da un provvedimento. Valentino ha ricevuto prima le minacce che la notifica del provvedimento”.
DINAMICA. “Il giorno di Fiorentina-Juventus, Valentino non aveva la maglia del Liverpool a caso, ma se guardiamo il suo profilo Facebook ci sono tante foto di lui e suo figlio che evidenziano la passione per il Liverpool, che lo ha portato più volte a vedere il Liverpool. Questo è un disegno fatto dal suo bambino 2 anni fa con il babbo ritratto con la maglia del Liverpool. Il giorno di Fiorentina-Juventus era anche il giorno di Everton-Liverpool, Valentino e suo figlio sono andati in un pub a vedere la partita, rientrando dal pub era troppo tardi per andare a casa per cambiarsi e sono andati allo stadio a vedere la Fiorentina con gli stessi vestiti indossati per vedere il derby di Liverpool. Valentino casualmente aveva la maglia del Liverpool, non c’era l’intento di voler ricordare i morti dell’Heysel a cui va il massimo rispetto sia nostro che suo su quello che è successo. E’ stato accidentale che indossasse la maglia del Liverpool, è stato accidentale che rispondesse agli sfottò ricevuti come di solito capita allo stadio con altri sfottò. Ha sbagliato, ma non c’era collegamento con il Liverpool, voleva solo prendere in giro i tifosi della Juventus che da anni stanno provando a vincere la Champions, con il ricordo della maglia che indossava Valentino che da poco l’ha vinta. Questa è la vicenda che riguarda questo ragazzo. Il Daspo è un provvedimento che non dà la possibilità alla persona di poter spiegare le proprie ragioni. Non esiste un altro provvedimento così, è come se negli stadi sia tutto permesso. Essendo all’estero, Valentino ha chiesto che la notifica gli possa arrivare via pec, gli è stata negata questa possibilità e dopo ha chiesto che la potesse ricevere il suo avvocato, cioè io, ma siamo ancora in attesa. Stiamo ragionando di un provvedimento che tutti sanno, ma che il diretto interessato non ha potuto ancora leggere. Questo è particolare, perché il Daspo dovrebbe spiegare le ragioni per cui un soggetto dev’essere ritenuto pericoloso tanto da limitare la libertà personale senza che un giudice che possa valutare il provvedimento. Io mi chiedo se un soggetto che frequenta quotidianamente le aule di giustizia e che soprattutto è un procuratore sportivo molto conosciuto che da decenni gira gli stadi di tutta Italia, improvvisamente sia diventato un soggetto pericoloso che non può spiegare le proprie ragioni”.
Di
Redazione LaViola.it