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Avv. Pellegrino: “Calcio cambierà, come per Bosman. Sarà Più locale e meno europeo”

Uefa

Champions e Uefa a rischio secondo l’avvocato Pellegrino, che immagine una ripartenza più a livello Nazionale: “Difficile immaginare lunghi spostamenti”.

L’avvocato Gianluigi Pellegrino, esperto di diritto pubblico e amministrativo, parla così al Corriere dello Sport sul futuro del calcio, partendo dal paragone con la legge Bosman, quando la libera circolazione dei lavoratori aprì anche al tesseramento degli stranieri: «La trasformazione della vita ha un impatto sulle istituzioni. Possibili cambiamenti irromperanno e potrebbero essere irreversibili. Accadrà anche nel calcio e la Fifa ci sta avvertendo. Non abbiamo ancora idea di cosa significherà andare allo stadio senza curve affollate, con il distanziamento sociale, con le regole necessarie per ripartire. Che effetto ci sarà sul gioco, sui contratti televisivi, sulla salute economica dei club e sui calciatori? Il cambiamento proposto dalla Fifa può essere solo l’inizio. Di questo aggiustamento non si poteva fare a meno per far proseguire i campionati, ma succederà altro». 

DIRITTI TV. «Non sappiamo prevedere il condizionamento del virus dopo l’emergenza. Il mondo dovrà partire con lentezza: certo, guardare una gara in tivvù sarà più sicuro per tutti. I diritti tv avranno più valore? Probabile. Sicuramente anche il calcio cambierà modo di vivere e di interpretare i propri rapporti. La Fifa se ne sta rendendo conto e cerca di muoversi. Ma a ben vedere sembra in qualche modo spaventata di non poter determinare in autonomia la direzione del cambiamento…».

LOCALE. «Il Covid è il più globale dei fenomeni che però può richiedere risposte fortemente territorializzate in ragione dei tempi diversi e dello spostarsi dei focolai. Ed allora proprio nel calcio forse dovremo abituarci a non conoscere più il nazionale e internazionale per come è oggi. A non avere necessariamente gare in casa o in trasferta. E anche questo dovrà essere normato, anche perché non sarà uniforme la reazione o le attenzioni a quanto accade nei territori e avrà conseguenze economiche e normative».

EUROPA. «Colpirà inevitabilmente almeno nel breve periodo il calcio globale. Sarà difficile pensare, mentre si ricostruisce un nuovo modo di vivere, spostamenti di squadre di calcio e tifoserie lungo l’Europa o nel mondo. Magari eventi che durano un determinato numero di giorni, ogni quattro anni, si potranno organizzare. Tornei che impegnano decine di squadre ogni anno, con un ritmo almeno bimestrale come la Champions League saranno più difficilmente replicabili». 

CHAMPIONS A RISCHIO? «Penso alla concreta possibilità che si sviluppi un calcio più locale, territoriale e nazionale. Anche l’Italia ha una conformazione complicata e tante differenze che presuppongono strategie diverse del ritorno alla vita normale, luogo per luogo». 

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