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Grassani: “Con i diritti tv rischio di guerra tra poveri. Sui contratti servivano accordi comuni”
L’esperto di diritto sportivo sulla ripresa del campionato: “Il calcio oggi si trova nella condizione di aver scavalcato 99 muri per arrivare al traguardo della ripartenza ma manca l’ultimo”
L’avvocato Mattia Grassani, grande esperto di diritto sportivo e legale di diverse società di calcio, è intervenuto ai microfoni di Radio Bruno per parlare delle situazioni giuridiche legate ad un eventuale stop o ripresa del campionato:
“Il calcio oggi si trova nella condizione di aver scavalcato 99 muri per arrivare al traguardo della ripartenza ma manca l’ultimo. Perché pare che la politica, le istituzioni e la sanità abbiano una cautela che sembra sconfinare nella paura per dare nuovamente il via al campionato. Tutti gli sforzi fatti sotto gli altri aspetti rischiano di essere inutili”.
DIRITTI TV. “La Lega non è sicuramente inadempiente in quanto quello che è accaduto non è colpa sua o dei club. Il broadcaster però non può essere obbligato a pagare ovviamente per le gare che non sono andate in onda. Per ora la ‘partita’ tra le due parti è sottotraccia, però se si dovesse arrivare veramente ad uno stop potrebbe scatenarsi una ‘guerra’ tra poveri e chissà quanto ci rimetteranno i club a riprendersi da una perdita simile. Il calcio italiano in quel caso perderebbe inevitabilmente di appeal e valore, e chissà per quanto”.
RESPONSABILITÀ. “Responsabilità nel caso di un’eventuale positività al virus? Sono varie e a vari livelli. In primis ricade sulla società che ha organizzato attività e allenamenti. In secondo grado potrebbe ricadere sui responsabili sanitari e sui medici societari“.
DECURTAZIONE STIPENDI. “La Juventus ha preso tutti in contropiede chiudendo con i propri giocatori l’accordo. Gli altri club stanno portando avanti le trattative. Penso che l’unione potesse fare la forza in questa situazione e quindi un accordo comune avrebbe facilitato le cose per tutti. Invece ci troviamo con una situazione a macchia di leopardo”.