
Dopo 6 partite al Bentegodi senza vittorie, il Chievo ha “espugnato” il suo stadio grazie alla prima doppietta in Serie A di Castro e ha superato una Fiorentina brutta e poco concreta, una squadra che nelle ultime 3 partite ha fatto solo un punto e che è stata sconfitta in 4 delle ultime 5 trasferte. Il processo di crescita che Pioli credeva di aver portato a buon punto dopo i successi con Verona e Bologna ha registrato una secca battuta d’arresto e nell’impianto dove il tecnico aveva festeggiato 20 giorni fa la prima affermazione sulla panchina viola, ieri è arrivata una sconfitta meritata contro gli uomini di Maran.
Guardando i numeri il successo dei veronesi potrebbe sembrare non tanto netto quanto in realtà è stato perché la Fiorentina ha concluso più in porta (22 tiri contro 13), ha collezionato più cross (24-16), ha vinto più duelli (47-38) e ha tenuto di più il pallone (55% alla fine, addirittura il 63% nella ripresa). La differenza però l’hanno fatta il numero di errori commessi a livello tattico e il diverso tasso di concretezza delle due formazioni: il Chievo, che ormai da alcuni anni gioca a memoria con lo stesso 4-3-1-2 e con gli stessi interpreti, in campo ha riferimenti chiari, può contare su linee compatte e strette, si abbassa tutto sotto la linea della palla e sa ripartire in velocità; gli uomini di Pioli, invece, non hanno ancora un’identità, ruotano in maniera vorticosa e non sempre efficace i tre trequartisti dietro Simeone e soprattutto non hanno garanzie da una difesa che nelle prime 6 giornate ha mantenuto la propria porta imbattuta solo una volta. Troppo poco per pensare a una stagione in zona Europa.

Di
Redazione LaViola.it