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Rassegna Stampa

Attacco e duttilità: ecco la nuova Fiorentina di Palladino

Nuovo tecnico, nuove idee, ecco come nasce la Fiorentina post Italiano. Idee chiare per l’allenatore campano

Raffaele Palladino inizierà la sua avventura a Firenze nell’incertezza generale. Presumibilmente la maggior parte della squadra verrà smantellata, quindi Daniele Pradè dovrà attuare un piano di profondo rinnovamento. Il direttore sportivo viola, che sarà affiancato da Roberto Goretti, ha già dimostrato di saper rifondare efficacemente una rosa in disarmo. Scrive il Corriere dello Sport-Stadio.

Nell’estate 2012 ricostruì assieme a Eduardo Macía una Fiorentina capace, l’anno successivo, di sfiorare la qualificazione in Champions League. Palladino insomma può stare tranquillo, tanto più che lo stesso ds, due giorni fa, ha parlato di una società ambiziosa. Nella speranza di tutta la piazza, che ha archiviato il ciclo precedente nel segno del nervosismo.

Con la forza delle idee e con l’entusiasmo di chi sa di giocarsi un’opportunità importante, starà al tecnico ex Monza ricreare quel clima di fiducia che si respirava qualche tempo fa, e che oggi è venuto meno. Freschezza, sarà la parola d’ordine.

LA SQUADRA

A questo punto viene da domandarsi quali siano i giocatori su cui certamente Palladino potrà contare. Oltre a Martinez Quarta del quale ieri il club ha annunciato il rinnovo, ricordiamo che pure il contratto di Kouame è stato prolungato. La società ha esercitato l’opzione fino al 2025, anche se l’ivoriano potrebbe partire nel caso arrivasse un’offerta di livello.

Di sicuro il prossimo anno dovrebbe essere certa la permanenza di Terracciano, riferimento dello spogliatoio al di là del ruolo di titolare o meno che rivestirà con il nuovo allenatore. La sua esperienza è tornata molto utile nel corso dei mesi. Poi Dodo: il brasiliano è il terzino del futuro («io per me rimango qua a vita», le sue parole al media day), in alternanza con Kayode che comunque deve crescere.

Anche Milenkovic sarà un uomo di Palladino, dopo il prolungamento quinquennale firmato nel 2022 che lo stesso serbo definì un «rinnovo a vita». E ancora: Parisi proverà a meritarsi un impiego più regolare, così come Beltran dovrà dimostrare di avere sfruttato al meglio la sua prima stagione in Italia per ripartire più deciso e continuo.

IL GIOCO

Palladino in Lombardia ha prediletto per buona parte della sua avventura il 3-4-2-1 offensivo, invitando gli esterni di centrocampo a spingere forte e schierando i trequartisti molto alti. Ma bisognerà capire se ripartirà dalla difesa a tre o se, invece, dal 4-2-3-1 a cui si è appoggiato nel corso della stagione quando le cose andavano male.

Nel secondo caso si proseguirebbe il percorso tattico tracciato dalla precedente gestione. Un tratto distintivo dell’ormai ex tecnico dei brianzoli è la destrezza nel cambiare pelle quando si renda necessario. Quindi se Italiano talvolta veniva tacciato di integralismo, con Palladino diventerà un’improbabile insinuazione.

Il filo conduttore fra i due allenatori rimane l’attitudine offensiva, mentre il punto di rottura la ricerca più sistematica della verticalizzazione che ha contraddistinto gli ultimi sei mesi del Monza.

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