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Atalanta-Lazio: Reina colpito da una monetina. Rischio squalifica della curva bergamasca

Il portiere biancoceleste nel finale di gara di Bergamo è stato colpito alla testa da una monetina lanciata dalla curva

Questa è violenza da condannare, reprimere e sanzionare. Pepe Reina sotto attacco della Curva Nord dell’Atalanta. Gli è piovuto di tutto addosso e una monetina l’ha colpito in testa. L’arbitro Guida, colmo dei colmi, l’ha ammonito per perdita di tempo dopo il primo lancio di oggetti. Reina, intorno al 90′, sull’1-2, dopo un bolide di Malinovskyi finito fuori, aveva esultato inoffensivamente per il pericolo scampato. Si stava preparando per un rinvio, si è fermato perché dalla Curva era iniziato il tiro al bersaglio. Scrive il Corriere dello Sport.

Ha ritardato la rimessa in gioco per raccogliere un rotolo di nastro adesivo nero (per fortuna che i controlli sono rigorosi). Tutto si sarebbe aspettato tranne che il signor Guida estraesse il giallo. E’ intervenuto Acerbi per difendere i diritti del portiere, inutilmente. Da lì a poco, mentre Pepe protestava per l’ammonizione, gli è arrivata in testa la monetina. E’ rimasto a terra per alcuni secondi, si è massaggiato la testa, si è rialzato, si è inginocchiato di nuovo.

Dolorante, avvilito, si è rimesso in piedi, ha sgombrato l’area piccola dagli oggetti lanciati dalla Curva e da campione di fair play ha proseguito a giocare. Chissà quanti avrebbero perso tempo rotolandosi per terra. Reina ha rinviato al minuto 91 e 53 secondi, al minuto 93 e 02 secondi è arrivato il tiro di De Roon (il 2-2). Adesso è auspicabile un intervento del Giudice sportivo. I fatti potrebbero (dovrebbero) portare quantomeno ad una squalifica del settore (se non dello stadio) e ad una multa.

Le reazioni

Pepe, su Instagram, non ha fatto accenno all’accaduto, ha celebrato la squadra: «Questo è lo spirito giusto, non molliamo». Nessuno della Lazio ha aperto il caso, non l’ha fatto Sarri né Acerbi, gli unici parlanti ieri. Gasperini, invece, ha pensato bene di lanciare nuove accuse addossando alla Lazio l’origine della rivalità con l’Atalanta nata dopo la finale di Coppa Italia del maggio 2019. Quel rigore non concesso su fallo di mano di Bastos ancora lo tormenta: «La finale di Coppa Italia – ha detto Gasp – ha alimentato la rivalità. Perché da parte nostra c’è stato un episodio di rammarico ed è stato alimentato e incattivito più da parte della Lazio che l’ha preso come un’offesa». Le parole di Gasp da quel giorno sono state incendiarie. Per non dire offensive.

Ancora una volta si torna a parlare della tifoseria dell’Atalanta. La stessa, per altro, che si è scagliata contro Vlahovic con cori razzisti da nessuno (tranne che dalla Fiorentina) sottolineati e condannati.

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