Da Bianco a Favasuli-Krastev, esordio in A sempre rimandato. L’Atalanta invece fa fruttare il vivaio: Okoli, Scalvini e Zortea sono gli ultimi prodotti. Poi ci sono Hojlund e Soppy, acquistati da giovanissimi e subito protagonisti
Gli esperti diranno che non sono i trofei a livello giovanile a giudicare la bontà del lavoro con i ragazzi, ma senz’altro il fatto che Atalanta e Fiorentina si siano divise molti dei titoli in palio a livello Primavera degli ultimi anni fa capire quanto le due società stiano mettendo a frutto le potenzialità dei rispettivi vivai. La Fiorentina ha vinto le ultime quattro Coppe Italia, l’Atalanta due degli ultimi quattro campionati. I nerazzurri hanno superato i viola anche in due delle ultime quattro Supercoppe, mentre i baby di Aquilani si sono accaparrati l’ultima Supercoppa, quella contro l’Empoli. La prossima la giocheranno contro l’Inter, vincente della scorsa Primavera 1.
UNDER 21. Poi, ovviamente, c’è tutta l’altra faccia della medaglia. Ovvero la capacità di produrre giocatori per il ‘calcio dei grandi’. Magari per le proprie Prime Squadre. Un aspetto che a volte non va di pari passo con i trofei, e che spesso è condizionato anche dalla situazione dei ‘grandi’. Dalle pressioni, dalle aspettative, dal coraggio di alcuni allenatori rispetto ad altri. Fatto sta che in questo la gestione di Atalanta e Fiorentina è andata in direzioni diverse negli ultimi anni. C’è uno studio del Cies che fotografa bene la situazione: nell’attuale campionato la Fiorentina è l’unica squadra a non aver concesso minutaggio agli Under 21, mentre l’Atalanta è 5° con il 14.3% del minutaggio complessivo riservato ai nati dopo il 2001.
ZERO MINUTI. I motivi possono essere diversi, dalla qualità in senso stretto dei giovani alle filosofie di calcio dei rispettivi allenatori, dalla visione societaria agli impegni delle due squadre in una stagione del tutto anomala. Fatto sta che nella Fiorentina, ad esempio, non hanno trovato spazio fin qui né in Serie A né in Conference i vari Bianco, Krastev, Favasuli, Toci o gli altri che si sono aggregati con più o meno continuità al gruppo di Italiano fin da Moena. Questo nonostante l’emergenza in più reparti in questo avvio di stagione, quando diversi infortuni potevano aprire alla ‘freschezza’ dei ragazzi del vivaio. Del 2002 Bianco se ne parla benissimo da due anni, ma non è stato praticamente mai impiegato, il 2004 Favasuli aveva ben impressionato a Moena, ma si è preferito adattare Benassi terzino o chiedere gli ‘straordinari’ a Venuti invece di mandarlo dentro, davanti i problemi sono invece noti. È evidente, comunque, che sarebbe stato un bel rischio mandarli in campo in mezzo ad una Fiorentina che mano a mano ha perso quell’identità che l’aveva contraddistinta nella passata stagione.
TANTI GIOVANI LANCIATI. Dall’altra parte invece c’è un’Atalanta capolista che, senza l’Europa, ha potuto continuare a fare quello che in questi anni ha saputo fare al meglio: lanciare e valorizzare i giovani. Da Bastoni a Mancini, da Spinazzola a Kulusevski, da Amad Traorè a Kessie, da Cristante a Petagna, fino a Caldara, Conti e Gagliardini. “Scalvini, Zortea, Okoli si stanno esprimendo, soddisfano le nostre attese ogni partita in più che fanno, l’esperienza la fai così. Palla ai giovani”, ha ripetuto nelle ultime ore il presidente nerazzurro Percassi. Che nonostante le qualificazioni Champions degli ultimi anni non ha mai cambiato la filosofia societaria. Scalvini, classe 2003, è un jolly per Gasperini: tra difesa e centrocampo ha giocato 4 gare per 99′ complessivi, trovando anche un gol (decisivo contro la Roma). Okoli, centrale classe 2001, è ormai un titolare dopo lo stop di Palomino: 6 presenze su 7 per 412′, tra i più impiegati. Fiducia a lui invece di andare sul mercato. Zortea in realtà è un classe ’99, ma a destra ha giocato 5 partite (92′ totali). Nel mezzo però ci sono anche Ruggeri, terzino sinistro classe 2002 prodotto del vivaio (ha giocato 10′), e soprattutto due acquisti dell’ultimo mercato: Soppy, esterno classe 2002 preso dall’Udinese e già in campo 4 volte (per 264′ complessivi) con 2 assist all’attivo, e soprattutto Hojlund, centravanti classe 2003 pagato ben 17 milioni. Per il danese 4 presenze (203′) con un gol e un assist, alle spalle dell’acciaccato Zapata e in alternativa a Muriel.
LA SCORSA STAGIONE. Insomma, se nella Fiorentina i più giovani ad essere impiegati sono stati i ’99 Sottil, Terzic e Ranieri, dall’altra parte sono stati diversi gli Under 21 coinvolti. Anche la scorsa stagione, quando la Fiorentina ha stupito tutti ed era invece l’Atalanta ad essere in difficoltà, il trend è stato simile. Italiano ha concesso un minuto più recupero al 2003 Distefano contro la Samp (sul 3-1 per i viola), 4 minuti più i recuperi al 2002 Bianco in Coppa Italia contro Cosenza e Benevento. Stop. C’era inizialmente Vlahovic, classe 2000, ma senz’altro non può essere considerato un baby proveniente dal vivaio. E l’Atalanta? Ventuno gare (875′ complessivi) per Scalvini, che ha anche giocato in Champions, tre gare per 35′ totali (ed un gol decisivo contro il Bologna) per un altro 2003, Cissè, più qualche minuto contro la Lazio ad un altro 2003 come De Nipoti. Poi un po’ di minutaggio ai 2002 Cittadini e Sidibè, fino alla risorsa Piccoli (classe 2001 con 12 presenze e 1 gol) e a Lovato, centrale classe 2000 con 7 presenze per 347′ totali.
NESSUN CONVOCATO. Insomma, c’erano i tempi in cui i Chiesa e i Bernardeschi venivano lanciati, con percorsi diversi, in Prima Squadra. Nell’ultimo biennio invece si è fatto un po’ più di fatica, nonostante il recente impegno della società a blindare con contratti professionistici tanti gioiellini che stanno venendo su nel vivaio. Lo scorso anno si è puntato con forza su Sottil, è vero, rinunciando a tanti soldi messi sul piatto dal Cagliari, così come in questa stagione è stato alla fine confermato Ranieri come quarto centrale. Ma gli altri giovani provenienti dal settore giovanile hanno fatto parecchia fatica, senz’altro anche per le difficoltà della Prima Squadra prima dell’arrivo di Italiano. Ne consegue, per la Fiorentina, anche un problema di liste, non a caso parecchio intricate tra campionato e Conference con la necessaria esclusione di Benassi e con Rosati passato a fare il preparatore. Di giovani promesse la Fiorentina ne ha, nel vivaio così come quelli mandati in prestito (i gemelli Pierozzi in B, Gori, Spalluto, Dalle Mura, Ferrarini), in attesa di una struttura come il Viola Park che sarà fondamentale, ma anche l’ultima tornata di convocazioni ha raccontato come in Under 21 e in Under 20 italiane non ci fosse nessun viola convocato. Un segnale chiaro.
DA QUELLE SUPERCOPPE… Nonostante, appunto, la Fiorentina sia tra le società che negli ultimi anni ha alzato più titoli a livello di Primavera. Come l’Atalanta. La gestione dei giovani è stata però diversa. Basta dare uno sguardo proprio agli ultimi due scontri diretti nelle Supercoppe giocate tra ottobre 2019 e gennaio 2021 tra Fiorentina e Atalanta. Dei viola presenti in quegli incontri, prima con Bigica e poi con Aquilani, solo Brancolini può vantare un esordio in Serie A (quei 5 minuti concessi da Iachini nell’ultima gara casalinga del 2020, sul 4-0 contro il Bologna), mentre nessuno ha giocato poi nella Prima Squadra viola finora a parte i pochissimi minuti di Bianco e Distefano già citati e qualche secondo di Dalle Mura, entrato al 95′ in uno Spal-Fiorentina del 2020. Sponda Atalanta, invece, ci sono i già citati Scalvini, Ruggeri, De Nipoti, Colley, Okoli, Sidibè, Piccoli, più Gyabuaa e Ghislandi che hanno esordito in Prima Squadra due anni fa, Amad Traorè che venne ceduto a peso d’oro al Manchester United, Cortinovis e Cambiaghi che ora giocano in Serie A con Verona ed Empoli (entrambi in prestito). Situazione parecchio diversa.
Di
Marco Pecorini