“E’ mancato qualcosa, abbiamo costruito bene e controllato la partita, ma nell’atteggiamento è stato superiore il Milan. Ha voluto di più questa vittoria: questo lo dice il risultato e il campo“. Le parole di uno dei leader dello spogliatoio fanno eco nella serata di San Siro. Davide Astori e una nuova strigliata al gruppo viola, dopo i tre punti persi a Milano nello scontro diretto per l’Europa contro i rossoneri. “Abbiamo concesso i gol troppo facilmente, e creato poco per quanto controllato la partita. Ora dobbiamo pensare a giovedì, e non mollare in campionato. Siamo ancora vivi. Ma dobbiamo lavorare sull’atteggiamento, sulle posizioni ma soprattutto sulla cattiveria. Siamo stati troppo leggeri. Fa rabbia perdere così“, ha aggiunto il difensore viola.
Uno dei leader dello spogliatoio, a tratti silenzioso ma che si fa sentire nei momenti chiave. Lo scorso anno ad Empoli alzò la voce dopo la prova particolarmente ‘moscia‘ della squadra, adesso torna a tuonare con un nuovo monito al gruppo. Europa sempre più lontana in campionato, il ritorno dei sedicesimi di Europa League da giocare giovedì al Franchi. Vietato mollare, insomma, per una squadra che in realtà ci ha provato anche a San Siro, senza però la giusta cattiveria contro una squadra tutt’altro che irresistibile.
Mancanza di cattiveria, problemi di atteggiamento e di tenuta mentale che ritornano con costanza nell’ultimo anno e mezzo della Fiorentina. Motivo principale di una continuità mai trovata, a livello di risultati e nell’arco della singola partita. Black out improvvisi, singoli e di squadra. Questione di fame, come sottolineò Borja Valero contro il Torino all’andata, un girone di campionato fa esatto: “Dobbiamo giocare con più cattiveria, con più forza, sennò ci mangiano”, disse lo spagnolo.
Così come ribadì Sousa dopo lo 0-0 casalingo contro l’Atalanta: “Bisogna tirare fuori gli attributi. È un problema di testa”, disse il portoghese. Ma sono solo alcuni episodi in cui tecnico e leader del gruppo hanno esternato il problema. Provando a scuotere la squadra. In realtà in tante occasioni la Fiorentina ha mancato il guizzo per affondare il colpo: tante opportunità sprecate, diversi spezzoni di partita quasi ‘non giocati’. E tanti punti persi.
Motivi vari che scaturiscono il problema, che partono dall’allenatore e finiscono con i giocatori (sono loro che poi vanno in campo, in fin dei conti). Per una squadra che in realtà, quando ha voluto, ha saputo regalare anche grandi prestazioni. Prove fatte di carattere, grinta… e fame. L’ultima giovedì, in Germania. Ma anche con la Juve, con il Napoli e in altre (grandi) occasioni. Per questo giovedì al Franchi sarà una nuova prova d’appello. Anche dal punto di vista mentale.
La strigliata del leader, a San Siro, per provare a rimettere tutti in riga. E non fallire l’appuntamento (forse) più importante della stagione.
Di
Marco Pecorini