Editoriali
Aspettative non rispettate, proclami, ed una rottura che ha radici lontane nel tempo. Ma ormai definitiva. Firenze si divide. La ripartenza sarà tutta in salita
Firenze è divisa sulla contestazione alla proprietà della Fiorentina. La spaccatura non fa ben sperare. La ripartenza sarà dura
La sensazione è che neanche un pirotecnico finale di mercato, in entrata ovviamente, possa spegnere del tutto un focolaio che pian piano si sta evolvendo in vero e proprio incendio. Firenze è divisa, questo è l’unico dato certo.
Impossibile calcolare maggioranze o minoranze. Ed inutile. Non servirebbe a niente. Perché di base c’è il bene della Fiorentina che interessa e deve interessare a tutti. E fare la conta, (errore comunicativo marchiano commesso da Andrea Della Valle post Sassuolo-Fiorentina di un anno fa) non può che gettare benzina sul fuoco. Anche perché sperare in un mercato pirotecnico è esercizio difficile visto che la strategia è ormai chiara.
Chi deve operare sul mercato ha finito il budget, e va avanti a richieste di prestito con diritto. Prima devono arrivare delle cessioni di una vera e propria ormai zavorra, dalla quale ottenere cash da reinvestire.
Certo, è un vero peccato come lo stesso Andrea Della Valle non sia riuscito ancora una volta a far passare messaggi positivi. D’altronde non puoi pretendere che un fiorentino accetti l’idea di poter lottare per il settimo posto senza che storca il naso.
Ma bastava evidenziare una differenza palese: le altre che stanno adesso soffiando i calciatori voluti hanno venduto. L’Atalanta, la Sampdoria, hanno prima incassato poi reinvestito. La Fiorentina ha invece deciso di tenere tutti i propri top player. Comunque la si veda, comunque si giudichino gli stessi calciatori, da Chiesa a Milenkovic, passando per Simeone, Pezzella e Veretout, bastava cederne uno per poter avere la stessa forza delle altre sul mercato e chiudere alcune operazioni diventate, invece, poi in salita.
La spaccatura ha origini lontane nel tempo, in una mancata sintonia/empatia tra proprietà e tifo con posizioni troppo distanti tra loro.
Promesse, aspettative, proclami non rispettati hanno portato la fiducia in questa proprietà ormai ai minimi termini. Il che non vuol dire contestare. C’è anche chi non crede più ai Della Valle ma non appende striscioni perché in fondo sono una garanzia di sopravvivenza più che stimabile. Ragione o torto che abbia l’una o l’altra parte, ripartire con questo clima non sarà facile. Anzi. Soprattutto visto e considerata l’età media di questa squadra, che non arriva neanche a 25 anni.
Di errori ne hanno commessi gli uni e gli altri. Il problema, adesso, è il come uscire da questa situazione. Andrea Della Valle aveva avuto una grande occasione, per parlare alla città, confrontarsi con il tifo organizzato, e spiegarsi gli uni con gli altri avrebbe sicuramente portato un po’ di sereno.
Ciò che resta è una città divisa, e con un rancore montante tra le due fazioni che dovrebbe essere il primo nodo da risolvere. In tutto ciò il gruppo continua a trovare in Pioli il proprio garante.
Corvino ora deve muoversi per quantomeno provare a far tornare quell’incendio un focolaio. Perché di giorno in giorno, tra prestiti rifiutati e figure non da Fiorentina, il rischio è che accada l’esatto opposto.